
Fare colazione al bar diventerà un lusso per pochi? Proseguono gli scontrini folli in tutta Italia -ecoblog.it
Il tema degli scontrini folli torna a far discutere in tutta Italia, con un nuovo caso segnalato che evidenzia come fare colazione al bar sia in un vero e proprio lusso.
La vicenda di Alessandra, cliente di un locale in via Sant’Isaia, mette in luce problematiche di trasparenza e prezzi eccessivi che continuano a interessare il settore della ristorazione. La mattina del 2 settembre, Alessandra si è recata in un bar dal look moderno, apparentemente un locale “normale” fuori dalle zone più turistiche di Bologna.
Dopo aver fatto le analisi del sangue e trovandosi a digiuno, ha deciso di consumare una colazione veloce al banco, ordinando un cappuccino e un cornetto. Non essendo esposti i prezzi, ha pensato che il conto finale si sarebbe mantenuto entro una cifra ragionevole, stimata tra i 5 e i 6 euro.
Trasparenza assente e prezzi non esposti: il nodo della questione
La sorpresa è arrivata al momento del pagamento: il totale da saldare era di ben 8 euro, una cifra che ha ritenuto “sproporzionata e inaccettabile”. Il cornetto, un classico alla crema, non era disponibile già pronto, ma il barista si è offerto di prepararlo al momento, senza però avvisare Alessandra che ciò avrebbe comportato un sovrapprezzo di un euro rispetto al prezzo base di 2,50 euro.

Anche il cappuccino ha avuto un costo superiore alla media: Alessandra ha accettato di provare la versione doppia, scegliendo tra due miscele speciali, Guatemala e Honduras, optando per quest’ultima. Il prezzo di 4,50 euro per il cappuccino ha contribuito a far lievitare il conto. “Pensavo di spendere al massimo un euro in più rispetto al solito, un rincaro normale per una bevanda di qualità”, ha raccontato.
Il problema principale, secondo Alessandra, è stata la completa assenza di un listino prezzi visibile o di una comunicazione chiara da parte del personale: “Il barista non mi ha indicato i costi e io, pur non avendo chiesto, mi aspettavo una trasparenza minima”. Vivendo nel centro storico di Bologna, Alessandra conosce bene i prezzi dei locali e ha sottolineato come con 8 euro si possa tranquillamente pranzare in città, ad esempio con un panino ben farcito.
Questa situazione evidenzia una criticità già emersa in molte altre città italiane, dove in assenza di prezzi esposti chiaramente, i consumatori si trovano spesso a pagare cifre elevate per prodotti standard. La mancanza di trasparenza può generare sfiducia e alimentare il malcontento nei confronti di bar e ristoranti, soprattutto in un contesto economico segnato dall’aumento generale dei costi.
Alessandra ha deciso di raccontare la sua esperienza anche attraverso una recensione negativa su Google, attribuendo una sola stella al locale, con l’obiettivo di mettere in guardia altri clienti: “L’ho fatto perché penso sia giusto che le persone siano informate e possano scegliere consapevolmente”.
Il caso di Bologna si inserisce in un fenomeno più ampio che sta interessando molte città italiane, dove aumentano le segnalazioni di scontrini esagerati per consumazioni di base. Il rincaro dei prezzi al bar, in particolare per prodotti come cappuccini, cornetti e caffè, sta diventando un tema centrale nei dibattiti pubblici e sui social network.
In un periodo segnato dall’inflazione e dall’aumento dei costi delle materie prime, molti esercizi pubblici hanno dovuto adeguare i loro listini, ma la mancanza di comunicazioni trasparenti e di prezzi esposti può trasformare anche una semplice colazione in una spesa imprevista e pesante per il cliente medio.