
Se non lo hai ancora fatto, metti subito una bottiglia d'acqua davanti alla porta di casa - ecoblog.it
Bottiglie d’acqua contro i gatti randagi: la leggenda resiste da oltre 40 anni ma non funziona. Ecco da dove nasce e quali sono i rimedi davvero efficaci.
Passeggiando tra i vicoli di un borgo o lungo i marciapiedi delle città, capita spesso di notare bottiglie d’acqua appoggiate davanti a ingressi, finestre o porte. Alcune sono posizionate dritte, altre inclinate, quasi a creare una barriera invisibile. Secondo la credenza popolare, servirebbero a tenere lontani i gatti randagi, evitando che marcassero i muri con la pipì. La domanda che molti si pongono è semplice: questa tecnica funziona davvero? La risposta è chiara: no. Non esistono evidenze scientifiche che confermino l’efficacia delle bottiglie come repellente per gatti. La loro diffusione si deve piuttosto a una leggenda nata per caso e mai smentita con forza, che col tempo è diventata quasi parte del paesaggio urbano.
L’origine della leggenda e la sua diffusione
L’idea che le bottiglie piene d’acqua possano respingere i felini si basa su due spiegazioni popolari. La prima sostiene che i riflessi della luce sull’acqua disorientino la vista dei gatti, inducendoli a stare alla larga. La seconda richiama il presunto “timore ancestrale” dei felini per l’acqua. Ma chi convive con un gatto sa bene che non è così: se i mici non amano bagnarsi, non provano alcun terrore nel vedere un recipiente pieno. Al contrario, spesso restano incuriositi e giocano con le gocce che cadono dal rubinetto. A smascherare le origini di questa pratica è stato l’ecologo marino Andrea Bonifazi, divulgatore scientifico. La storia risale al 1980, in Nuova Zelanda, quando un giardiniere di nome Eion Alexander Scarrow diffuse la voce che gatti e cani evitassero di urinare nei pressi di bottiglie piene d’acqua. Si trattava però di un pesce d’aprile, come lo stesso autore ammise successivamente.

Il problema è che lo scherzo si diffuse rapidamente, valicando confini e arrivando fino al Giappone, dove la pratica si radicò al punto da meritare un nome specifico: nekoyoke, che significa “repellente per gatti”. Da lì la tradizione si è propagata in diversi Paesi, Italia compresa, e ancora oggi sopravvive nonostante le smentite degli esperti. In molte zone rurali, intere file di bottiglie appoggiate ai muri fanno ormai parte del paesaggio. Un’abitudine tramandata di generazione in generazione, senza che nessuno si chieda davvero se abbia una base concreta. Una superstizione innocua, certo, ma che mostra quanto le credenze popolari riescano a radicarsi anche in assenza di prove.
Le soluzioni reali per tenere lontani i gatti dai muri di casa
Se le bottiglie d’acqua non hanno alcuna utilità, esistono invece metodi più efficaci per scoraggiare i gatti dal sostare in certe zone. Alcuni si basano su odori sgraditi ai felini, altri su strumenti fisici che limitano l’accesso. I repellenti naturali, come scorze di agrumi, aceto o piante aromatiche come rosmarino e lavanda, possono funzionare bene senza arrecare danni agli animali. Per chi cerca soluzioni più pratiche, in commercio si trovano spray atossici studiati apposta per allontanare i gatti senza rischi per la salute. Un’altra strada è quella delle barriere fisiche: piccole reti, grigliati o pannelli possono impedire l’accesso a spazi sensibili come ingressi e giardini. Nel caso di gatti domestici, invece, il rimedio resta sempre l’educazione e la presenza di una lettiera pulita, che riduce la necessità di marcare il territorio all’esterno. Gli esperti ricordano che i gatti, specie se randagi, non agiscono per dispetto ma per istinto naturale. Contrastare questo comportamento significa quindi lavorare su soluzioni rispettose dell’animale e al tempo stesso efficaci per proteggere muri e porte. Alla luce di quanto emerso, le bottiglie piene d’acqua restano solo una curiosità folkloristica, più utile a raccontare le stranezze delle credenze popolari che a difendere realmente le abitazioni.