Allarme per il troppo mercurio presente in tonno e pesce spada - Ecoblog.it
Mangiare tono e pesce spada può essere davvero rischioso a causa dell’eccessiva presenza di mercurio, il dato non deve essere sottovalutato.
Ognuno di noi vorrebbe avere la garanzia che tutto quello che acquista e poi finisce sulla nostra tavola sia nutriente, così da garantire al nostro organismo tutte le componenti di cui abbiamo bisogno. Purtroppo questo non sempre avviene, anche quello che è disponibile in punti vendita che consideriamo di fiducia potrebbe presentare dei problemi che possono mettere a rischio la nostra salute e che non dovremmo sottovalutare.
Si tratta di una situazione che non può che metterci in allarme e che riguarda due tra i pesci più apprezzati dalla maggior parte dei nostri connazionali, anche se hanno prezzi che non sono sempre così abbordabili. Il riferimento è al tonno e al pesce spada, che possiamo preparare in molteplici modi, per questo tendiamo a comprarli per cucinarli al momento che riteniamo opportuno, anche se forse sarebbe meglio evitarlo. C’è infatti una ricerca recente che dovremmo prendere in seria considerazion perché potrebbe cambiare le nostre scelte a livello alimentare.
Mangiare tonno e pesce spada è pericoloso: ecco perché
Sapere che qualcosa che abbiamo sempre mangiato, e che magari apprezziamo anche, sia per il suo sapore, sia perché lo riteniamo nutriente, possa farci male non è di sicuro incoraggiante. Anzi, inevitabilmente diventa naturale chiedersi se quello che è stato consumato fino a quel momento possa causarci malesseri, anche gravi.
Purtroppo però si tratta di un rischio concreto che riguarda tonno e pesce spada, in seguito alla rilevazione di una quantità di mercurio superiore rispetto ai limiti consentiti, soprattutto nella sua forma altamente tossica, il metilmercurio, problema che riguarda concretamente l’Europa. A metterlo in evidenza è un’analisi effettuata recentemente da un gruppo di ricercatori italiani che appartenevano al Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare, tenendo presenit decine di studi eseguiti tra il 2000 e il 2024, così da avere un quadro il più possibile esaustivo e attendibile.

Si deve sottolineare, se si vuole essere precisi un calo nella quantità di mercurio in tonno e pesce spada rispetto a qualche tempo fa, ma purtroppo ancora eccessiva se si tengono in considerazione i limiti di legge fissati dal Regolamento (UE) 915/2023.
I rischi maggiori potrebbero verificarsi soprattutto consumando alcune tipologie specifiche, quali tonno rosso (Thunnus thynnus), pesce spada (Xiphias gladius), rana pescatrice (Lophius piscatorius e L. budegassa) e nasello (Merluccius merluccius). Nel tonno rosso i valori rilevanti sono stati pari a 3,37 mg/kg, oltre tre volte il limite europeo di 1 mg/kg. Non va però molto meglio nemmeno con il pesce spada, che supera spesso la soglia, con punte di 2,4 mg/kg, mentre la rana pescatrice e il nasello registrano concentrazioni tra 0,7 e 1,6 mg/kg.
Non si può certamente non sottolineare un calo effettivo del mercurio contenuto in questi pesci, soprattutto tra il 2012 e il 2024, pari al -28%, ma non ritenuto ancora sufficiente per sentirsi del tutto tranquilli. Si registra invece un miglioramento sensibile per specie allevate in acqua, grazie a un’attenzione ai mangimi loro somministrati.
