Bonus da 1.200 euro ogni 3 mesi, richiedilo subito se fai parte di questa categoria - ecoblog.it
Una legge definisce per la prima volta questo profilo con un adeguato sostegno economico.
Il nuovo disegno di legge sul caregiver familiare, in attesa di approvazione definitiva, segna un passaggio storico per migliaia di persone che in Italia si prendono cura quotidianamente di un familiare non autosufficiente. Il provvedimento intende colmare un vuoto normativo durato decenni, offrendo dignità giuridica e riconoscimento sociale a una figura centrale nella tenuta del welfare domestico. Il testo, fortemente voluto dalla Ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, definisce categorie, criteri e modalità per l’accesso a forme di tutela e a contributi economici, differenziati in base al carico assistenziale e alla convivenza.
Un ruolo sociale riconosciuto con misure concrete e flessibili
Con l’espressione caregiver familiare si intende chi assiste un proprio caro in condizioni di disabilità o patologie invalidanti, croniche o degenerative. Un compito spesso silenzioso, esercitato tra le mura domestiche, che finora non aveva un inquadramento giuridico stabile. Il nuovo disegno di legge, in fase di approvazione in Consiglio dei ministri, introduce un modello che riconosce quattro livelli di impegno assistenziale, graduati in base alle ore settimanali dedicate alla cura e alla convivenza con la persona assistita.

Le categorie individuate sono:
-
Caregiver prevalente convivente, con oltre 91 ore settimanali di assistenza;
-
Caregiver convivente con un impegno tra 30 e 91 ore settimanali;
-
Caregiver non convivente che dedica almeno 30 ore settimanali;
-
Caregiver con carico ridotto, tra 10 e 30 ore settimanali, convivente o meno.
Questa classificazione ha effetti diretti sulle tutele riconosciute. Per la categoria del caregiver prevalente convivente, ad esempio, è previsto un contributo economico fino a 1.200 euro a trimestre, con decorrenza dal 2027. Per accedervi sarà necessario non svolgere attività lavorativa, oppure avere redditi inferiori a 3.000 euro lordi annui, e un ISEE non superiore a 15.000 euro. I dettagli applicativi saranno definiti da decreti attuativi, ma l’impianto normativo è ormai tracciato.
Il legame con la Convenzione ONU e gli accomodamenti ragionevoli
Il provvedimento si inserisce in un percorso più ampio, già avviato con il Decreto Legislativo n. 62/2024, che ha rafforzato l’attuazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. In particolare, l’art. 5-bis della Legge n. 104/1992, introdotto dallo stesso decreto, fornisce la definizione giuridica di accomodamento ragionevole, concetto fondamentale per garantire parità di accesso e dignità nei contesti lavorativi e sociali. Si tratta di misure proporzionate, non eccessivamente onerose, adottate caso per caso per facilitare l’inclusione e l’esercizio dei diritti civili e sociali.
L’estensione di questo principio al contesto familiare e domestico, attraverso il riconoscimento del caregiver come soggetto attivo nel sistema dei diritti, rappresenta un cambio di paradigma. Non più solo assistenza informale, ma una relazione giuridica riconosciuta, con diritti, doveri e possibilità di tutela. La Ministra Locatelli lo ha sottolineato chiaramente: “Abbiamo il dovere di dare risposte a tutte quelle persone che amano e curano i propri cari e che non vogliono essere sostituite, ma tutelate nel loro compito”. Il testo, inoltre, mira ad aprire la strada a politiche personalizzate, che rispettino le diversità delle situazioni, dalle famiglie monoparentali ai nuclei con anziani fragili, dai disabili adulti ai minori con malattie rare.
Il riconoscimento della figura del caregiver familiare, quindi, non è solo un atto simbolico. È un passo verso un modello di welfare integrato, dove l’impegno dei cittadini è sostenuto da interventi pubblici mirati. Il disegno di legge rappresenta un punto di partenza, non un traguardo: la sua attuazione effettiva richiederà risorse, coordinamento tra enti e un monitoraggio costante.
