Ogni italiano consuma 4 chili di carta igienica all’anno e non va affatto bene: gli effetti devastanti -ecoblog.it
Ogni italiano consuma circa 70 rotoli all’anno: lo spreco pesa sull’ambiente, sul portafoglio e sulla salute
Il rotolo bianco che si trova in ogni bagno sembra innocuo, ma nasconde una realtà ben più pesante. Ogni italiano consuma circa 4 chili di carta igienica all’anno, pari a 70 rotoli, e spesso lo fa anche quando non è strettamente necessario. La usiamo per asciugarci le mani, per il naso, a volte persino per piccoli lavori domestici. Un’abitudine che costa. Non solo in termini economici – sebbene il prezzo di ogni singolo rotolo sia contenuto – ma soprattutto in termini ambientali, con numeri che fanno riflettere su quanto sprechiamo senza rendercene conto.
Una delle cause principali di questo consumo eccessivo sta nella massiccia pressione pubblicitaria esercitata da aziende che presentano la carta igienica come un bene “delicato e irrinunciabile”, con slogan e spot pensati per esaltarne la morbidezza o il lusso. È un mercato gigantesco: in Europa vale 8,5 miliardi di euro l’anno, e in Italia supera gli 1,2 miliardi. Il problema non è solo la spesa individuale (tra i 5 e i 6 euro per una confezione da 12 rotoli), ma la sostenibilità di questo intero sistema.
L’impatto ambientale tra alberi abbattuti e mancato riciclo
La produzione della carta igienica implica ogni anno l’abbattimento di 270mila alberi nel mondo. È un numero enorme, che non mostra segni di calo. La carta viene prodotta dalla cellulosa, e la cellulosa si ottiene tagliando alberi. Non ci sono alternative facili. Il processo produttivo comporta consumo d’acqua, uso di sbiancanti chimici e trasporti internazionali. E la destinazione finale di questo materiale è, per sua natura, lo scarico del WC.

Il problema si aggrava se si considera che la carta igienica non è quasi mai riciclabile. Nei Paesi asiatici, da cui proviene gran parte della produzione, solo il 2% del prodotto è riciclabile. In Europa i numeri migliorano leggermente, con una quota tra il 20% e il 25% di rotoli realizzati da carta riciclata, ma restiamo ben lontani da un ciclo virtuoso. Questo significa che il 70-80% della carta igienica in commercio è prodotta ex novo, con un impatto ecologico costante e difficile da compensare.
Anche i tentativi di produrre carta igienica “eco” sono ancora poco diffusi e spesso più costosi. E mentre si discute sull’uso eccessivo di plastica o sull’inquinamento da microfibre, il rotolo di carta igienica resta fuori dai radar, pur contribuendo al problema. La sua breve vita, la sua destinazione e la difficoltà di riciclarlo lo rendono uno dei prodotti meno sostenibili del nostro quotidiano.
Le soluzioni tra cultura d’uso, igiene e tecnologia
Ridurre il consumo non significa tornare al passato. Le antiche soluzioni – come le stoffe usate dai monaci o le abitudini di alcune culture che non impiegano carta – non sono realisticamente applicabili oggi. Eppure, una maggiore consapevolezza nell’uso può già fare la differenza. Spesso la carta viene utilizzata al posto di asciugamani, fazzoletti o addirittura salviette: un’abitudine impulsiva, che può essere modificata con pochi gesti.
Dal Giappone arriva una proposta concreta: una macchina brevettata dall’azienda Nakabayashi è in grado di trasformare fogli di carta da ufficio A4 inutilizzati in rotoli di carta igienica. Due all’ora, per la precisione. Si tratta di un esperimento, ma dimostra che le tecnologie alternative esistono. L’ostacolo resta la scarsa diffusione di questi strumenti, ancora poco accessibili a livello economico.
E se la tecnologia non è sufficiente, resta la responsabilità individuale. Ricordare che l’igiene non dipende dalla quantità di carta usata, ma dall’uso corretto di acqua e sapone, potrebbe ridurre sensibilmente lo spreco. Lavarsi dopo ogni visita in bagno, anziché insistere con tre o quattro strappi in più, fa bene alla salute e all’ambiente.
Il dato culturale è forse il più difficile da modificare. La carta igienica è diventata sinonimo di pulizia, comfort, status. Negli Stati Uniti, il mercato supera i 12,6 miliardi di dollari all’anno, e casi come quello di Britney Spears, fermata dal padre per i suoi acquisti compulsivi di rotoli firmati Louis Vuitton, rivelano quanto l’oggetto sia carico anche di valori simbolici ed economici.
Eppure, proprio perché la usiamo ogni giorno, la carta igienica meriterebbe una riflessione diversa, meno impulsiva e più informata. Se ognuno riducesse anche solo del 10% il proprio consumo annuo, centinaia di migliaia di alberi verrebbero risparmiati, e l’ambiente ne trarrebbe un beneficio reale. Non è una rinuncia. È una scelta ragionata.
