Bollo auto, arriva la sorpresa: stop ai pagamenti arretrati e cancellazione automatica dei debiti - ecoblog.it
Il termine triennale di prescrizione scade proprio a fine anno: ecco quando il debito si cancella e cosa controllare subito se hai annualità arretrate
Nelle ultime settimane dell’anno non si parla solo di regali, bilanci e buoni propositi. Per molti automobilisti italiani, dicembre è anche il momento decisivo per capire se il vecchio bollo auto non pagato può considerarsi definitivamente prescritto. La scadenza del 31 dicembre rappresenta infatti un confine giuridico chiaro, fissato dalla normativa fiscale: se entro quella data l’amministrazione non ha notificato alcun atto interruttivo valido, il debito si estingue. E smette, anche formalmente, di esistere.
Come funziona la prescrizione del bollo auto e perché parte dal primo gennaio dell’anno successivo
Il bollo auto, diversamente da altri tributi come l’IVA o l’IRPEF, ha un termine di prescrizione molto più breve: tre anni, non uno di più. Questo significa che, in assenza di atti ufficiali da parte della Regione o dell’ente incaricato della riscossione, il contribuente può non essere più obbligato a pagare dopo il terzo anno. Attenzione, però, a un dettaglio tecnico che fa la differenza: il conteggio dei tre anni non parte dalla data di scadenza del bollo, ma dal primo gennaio dell’anno successivo.
Facciamo un esempio. Un bollo con scadenza nel corso del 2025 vedrà partire il suo termine di prescrizione dal 1° gennaio 2026. Da quel momento, si dovranno calcolare tre anni pieni: 2026, 2027 e 2028. Se entro il 31 dicembre 2028 non arriverà nessuna notifica ufficiale (come una PEC o una raccomandata A/R) con richieste di pagamento, allora il debito si considera legalmente prescritto. Già dal giorno successivo, 1° gennaio 2029, quel bollo non sarà più dovuto, anche se compare ancora come “non pagato” in qualche banca dati regionale.

Va ricordato che il bollo auto è una tassa regionale, e la sua gestione è affidata alle Regioni e alle Province Autonome. Questo comporta differenze minime da zona a zona, ma il principio della prescrizione triennale è valido ovunque in Italia. Si tratta di un diritto garantito, ma che non si applica in automatico: se si riceve un sollecito dopo i tre anni, bisogna fare opposizione, altrimenti l’ente può comunque tentare la riscossione.
È anche utile sapere che la prescrizione non riguarda solo i bolli dimenticati o non pagati: può valere anche in caso di errori nella notifica o di irregolarità nella gestione amministrativa, purché non siano stati inviati atti interruttivi validi nel frattempo. Il consiglio è sempre lo stesso: verificare bene le date e conservare ogni comunicazione ricevuta.
Cosa interrompe la prescrizione e come comportarsi se si riceve un sollecito oltre i termini
La prescrizione del bollo auto non è automatica e può essere interrotta. Il meccanismo, pur essendo favorevole al contribuente, può bloccarsi in presenza di un atto interruttivo formale, che deve essere notificato correttamente e ricevuto entro il termine triennale. Se arriva anche solo il giorno dopo, il debito è già decaduto. Questo significa che un atto inviato via raccomandata o PEC deve risultare ricevuto entro il 31 dicembre del terzo anno successivo alla scadenza.
Gli atti che interrompono la prescrizione possono essere, per esempio, un preavviso di fermo amministrativo, una cartella di pagamento, un avviso bonario o una lettera di sollecito, a patto che siano inviate con forma e tempi corretti. In quel caso, i tre anni ricominciano da capo dalla data della notifica, e si potrà parlare di nuova decorrenza. È un dettaglio cruciale per chi ha ricevuto vecchie comunicazioni e ora vuole sapere se sono ancora valide o se il tempo ha giocato a suo favore.
Chi sospetta che un debito sia già prescritto, ma riceve un nuovo sollecito, può contestarlo con due strade: la richiesta in autotutela all’ente competente, oppure il ricorso alla Corte di Giustizia Tributaria, da presentare entro 60 giorni dalla notifica. La prima opzione è più rapida e meno onerosa, e in molti casi può bastare a ottenere l’annullamento del pagamento.
È importante verificare sempre con attenzione la data della presunta notifica e chiedere copia degli atti se non si è sicuri. Per esempio, se nel 2022 si è ricevuto un avviso e da quel momento non è arrivato nulla fino a oggi, il 31 dicembre 2025 rappresenta la fine del termine utile. Dal 1° gennaio 2026, eventuali solleciti potranno essere ritenuti illegittimi, e contestati su base documentale.
Molti contribuenti non conoscono questo diritto o lo scoprono troppo tardi, quando hanno già pagato. Ma la prescrizione del bollo auto è prevista dalla legge, e sapere come funziona può evitare spese non dovute. Per questo è bene controllare prima di fine anno, specie se si hanno dubbi su annualità vecchie o dimenticate.
