Intimo vecchio e usurato, lo puoi riutilizzare in mille modi risparmiando: le idee ingegnose - ecoblog.it
La tua vecchia biancheria intima può avere una seconda vita: riutilizzala con creatività o riciclala in modo sostenibile con questi consigli pratici.
Quando si accumulano slip o reggiseni ormai rovinati, il primo impulso è buttarli, ma esistono alternative utili e a basso impatto ambientale. In un’epoca in cui la gestione responsabile dei rifiuti tessili è sempre più urgente, anche la biancheria intima usurata può essere trasformata in qualcosa di nuovo, evitando la discarica. Basta riconoscere i segni che indicano che è giunta alla fine del ciclo di vita – perdita di elasticità, tessuto sfilacciato, scolorimento, odori persistenti – per capire che è tempo di fare spazio nel cassetto. Ma prima di smaltire, si può riutilizzare in modo creativo, o capire come e dove riciclarla davvero.
I segnali che indicano quando la biancheria intima va sostituita
Se la tua biancheria ha perso elasticità, non aderisce più bene e scivola o si muove durante il giorno, non sta più svolgendo la sua funzione. Le aperture delle gambe larghe o la cintura allentata sono i primi sintomi. Se poi noti buchi, strappi, bordi consumati, o il tessuto si è assottigliato tanto da diventare quasi trasparente, significa che ha perso anche la sua capacità di copertura e protezione.
Un altro segnale è lo scolorimento accentuato: colori opachi, macchie resistenti o perdita di brillantezza. Ma soprattutto, se anche dopo lavaggi frequenti la biancheria emana odori sgradevoli, probabilmente i batteri si sono annidati in profondità nelle fibre. In quel caso, non basta lavare meglio: è tempo di sostituire.
Però, prima di gettarla nella spazzatura, puoi darle una seconda funzione utile, oppure informarti su come riciclarla nel modo corretto.

Le mutande o i reggiseni in cotone morbido possono diventare ottimi stracci per la pulizia. Basta tagliarli in quadrati e usarli per spolverare, lucidare o pulire. Sono assorbenti, delicati e lavabili, perfetti anche per superfici delicate o per il cruscotto dell’auto.
Puoi anche trasformarli in guanti antipolvere: infila la mano nella parte superiore, e il tessuto aderente ti permette di spolverare con più precisione. Una volta sporchi, si lavano e si riutilizzano. Con qualche cucitura, è possibile creare spugne morbide per lavare i piatti o il bagno: sovrapponendo più strati si ottiene anche un effetto leggermente abrasivo.
Nel giardino, le strisce tagliate da mutande elastiche possono essere usate come legacci per piante. Sono flessibili, non danneggiano i gambi e sono anche biodegradabili. Se hai animali domestici, puoi annodare o intrecciare vecchi tessuti per creare giochi masticabili: sicuri, economici e con il tuo odore, che li rende più rassicuranti per il cane o il gatto.
I tessuti in buono stato, ma inutilizzabili, possono essere tagliati a pezzetti e utilizzati come imbottitura per cuscini, cucce o piccoli progetti creativi. Alcuni usano anche i tessuti per patchwork, lavoretti artigianali o progetti scolastici. I modelli con stampe colorate o particolari possono essere riutilizzati anche per arte tessile o creazioni fai-da-te.
Infine, se la biancheria è in fibra 100% naturale (come cotone non trattato), può anche essere compostata: tagliala a piccoli pezzi, rimuovi gli elastici e aggiungila al compost domestico. In pochi mesi si decompone, restituendo materia organica al terreno.
Dove e come riciclare la biancheria intima in modo corretto
La biancheria intima usata non è accettata nei classici cassonetti per abiti usati, ma può comunque essere riciclata. Alcuni marchi come Subset (ex Knickey) o Hanky Panky offrono programmi di ritiro postale: basta inviare i capi usati (anche di altri brand) e loro li trasformano in isolanti, imbottiture o materiali industriali.
Anche TerraCycle collabora con aziende per riciclare tessuti considerati non riciclabili, compresa la biancheria. In Italia, puoi cercare centri di raccolta tessile locali (online con “riciclo tessile + la tua città”) o chiedere al tuo Comune se sono attivi progetti per il riutilizzo di tessili post-consumo. Alcuni punti vendita come H&M raccolgono tessili usati, ma verifica sempre se accettano anche indumenti intimi.
Nel caso di biancheria nuova e mai indossata, alcune associazioni benefiche accettano donazioni per emergenze o rifugi. Ma è essenziale che sia integra, pulita e confezionata, per motivi igienici.
Infine, se il capo è troppo rovinato, puoi comunque scegliere di smaltirlo responsabilmente: l’incenerimento con recupero energetico è spesso un’alternativa preferibile alla discarica. E per il futuro, valuta di acquistare biancheria realizzata in tessuti resistenti e facili da riciclare, per ridurre gli sprechi a monte.
