Muffa in casa, con questi rimedi sparisce in un attimo - ecoblog.it
Microrganismi invisibili si annidano su muri e mobili: perché la muffa è pericolosa e come prevenirla.
Le muffe sono organismi viventi appartenenti al gruppo dei miceti, in grado di svilupparsi su moltissime superfici: muri, legno, carta, vestiti, cibo. In casa, compaiono soprattutto dove l’umidità è alta e la luce scarsa. Secondo le stime microbiologiche, si conoscono oltre 300 tipi di muffa in grado di proliferare in ambienti domestici, spesso senza essere notati per giorni o settimane. Questi microrganismi non sono sempre innocui: alcuni generano spore tossiche, dannose per l’uomo.
Le muffe si formano quando l’aria contiene una percentuale di umidità superiore al 60%, condizione frequente in bagni senza finestra, cucine poco areate o angoli della casa esposti a nord. Le spore, invisibili e leggere, viaggiano nell’aria fino a trovare una superficie adatta. Qui, se presente anche un minimo residuo di sostanza organica — polvere, cellulosa, grassi, fibre — iniziano a nutrirsi e moltiplicarsi. La colonizzazione può avvenire su pareti, tappeti, tende o persino dietro ai mobili.
Perché la muffa danneggia la salute e non va mai sottovalutata
Quando si parla di muffa, l’attenzione non deve limitarsi all’impatto estetico o ai danni materiali. Le spore prodotte da molte specie fungine vengono inalate con l’aria, raggiungendo facilmente le vie respiratorie. Chi vive in ambienti contaminati respira quotidianamente microrganismi attivi, con effetti che variano da soggetto a soggetto. Alcune persone manifestano raffreddori frequenti, irritazioni agli occhi, mal di testa ricorrenti, ma in altri casi si possono sviluppare allergie vere e proprie, come rinite o asma da muffa.

Tra i miceti più pericolosi, gli Aspergillus meritano particolare attenzione. Alcune specie, come Aspergillus fumigatus, possono causare infezioni gravi nei soggetti immunodepressi, fino a casi di aspergillosi polmonare. Nelle persone fragili, con patologie pregresse o ridotte difese immunitarie, l’esposizione prolungata a muffe tossiche può avere conseguenze anche fatali.
Oltre ai disturbi respiratori, vivere in ambienti con muffa può provocare stanchezza cronica, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno, fino a forme di irritabilità o malessere diffuso, non sempre riconducibili subito alla causa ambientale. Quando si verificano questi sintomi, è fondamentale verificare la presenza di muffe, anche nascoste dietro mobili o sotto strati di vernice.
Una volta accertata la presenza, non basta rimuovere la macchia visibile. Le spore sono spesso già penetrate nel materiale e restano attive finché le condizioni ambientali non cambiano. L’uso di spray chimici aggressivi può peggiorare la situazione: le sostanze liberate in aria durante la pulizia agiscono da irritanti, senza eliminare alla radice le cause della muffa.
Come intervenire e quali condizioni servono per non farla ricomparire
Per rimuovere correttamente la muffa bisogna agire su più livelli. Il primo passo è abbassare l’umidità ambientale sotto il 60%. In condizioni normali, un valore compreso tra 40% e 55% è sufficiente per ridurre drasticamente il rischio di colonizzazione. Se i valori restano alti per più di 48 ore, le spore già presenti iniziano a proliferare. È importante arieggiare le stanze quotidianamente, usare deumidificatori nei periodi critici e evitare condense sui vetri o nei punti freddi della casa.
Il secondo aspetto riguarda la pulizia delle superfici. La muffa si nutre di materiali organici minimi, tra cui polvere, grassi, fibre o residui alimentari. Una manutenzione regolare impedisce alle spore di trovare il nutrimento necessario. Per pulire zone già contaminate, i metodi più sicuri includono l’uso di bicarbonato sciolto in acqua o aceto, evitando prodotti chimici aggressivi. Nei casi più gravi o ricorrenti, è consigliabile contattare ditte specializzate nella bonifica ambientale.
Va ricordato che la muffa non si elimina in modo definitivo se non si rimuovono le condizioni favorevoli alla sua crescita. Anche se la parete appare pulita, l’umidità residua può permettere alle spore rimaste di riattivarsi. Quando possibile, vanno trattate le infiltrazioni, migliorata l’isolazione termica delle pareti fredde e rivisti gli impianti di ventilazione. Solo in questo modo si può evitare che dopo qualche settimana la muffa torni a comparire nello stesso punto.
