"Sono tossici": allerta massima per questi capi di abbigliamento, ti avvelenano lentamente - ecoblog.it
Potrebbe essere la fine per le giacche impermeabili come le conosciamo. Dietro le prestazioni dei capi outdoor, capaci di tenerci asciutti sotto piogge torrenziali o in condizioni estreme, si nasconde un problema invisibile, ma sempre più ingombrante: i Pfas, sostanze chimiche note anche come forever chemicals, impiegate per rendere idrorepellenti tessuti, superfici e materiali di largo consumo. Queste molecole, così stabili da non decomporsi né nell’ambiente né nel corpo umano, sono ora al centro di un allarme sanitario internazionale.
La loro presenza in giacche, pantaloni da trekking, guanti da sci e zaini impermeabili non è casuale, ma è ciò che rende questi capi resistenti all’acqua. Tuttavia, numerosi studi – tra cui uno pubblicato nel 2023 su eBioMedicine – hanno evidenziato un legame tra l’esposizione prolungata ai Pfas e l’insorgenza di vari tipi di cancro, come quelli a tiroide, fegato e reni. Anche l’Environmental Protection Agency (EPA) statunitense ha da tempo inserito due dei Pfas più diffusi, Pfoa e Pfos, tra le sostanze pericolose, portando a una loro graduale eliminazione dal mercato americano già a partire dagli anni 2000.
Cosa sono i Pfas e perché si trovano nei vestiti tecnici
I Pfas – acronimo di perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche – sono un gruppo di composti chimici resistenti all’acqua, al grasso e alle alte temperature, usati in migliaia di prodotti, dai contenitori per alimenti alle pentole antiaderenti, dai cosmetici ai tessuti tecnici. La loro caratteristica principale, quella che li ha resi così popolari nell’industria, è anche la più pericolosa: non si degradano facilmente, né nell’ambiente né nel nostro organismo.
Nel settore dell’abbigliamento outdoor, i Pfas sono utilizzati per creare strati impermeabili e traspiranti. Senza di essi, molte delle giacche e dei pantaloni tecnici che usiamo in montagna o in condizioni estreme perderebbero gran parte della loro efficacia. Ma ora, con l’accumularsi di prove scientifiche sui rischi per la salute, cresce la pressione affinché anche l’industria dell’abbigliamento trovi alternative più sicure.

Il professor Stuart Harrad, chimico ambientale dell’Università di Birmingham, ha evidenziato come i Pfas possano penetrare nella pelle attraverso il sudore, finendo nel flusso sanguigno. “Non sappiamo ancora quali effetti precisi abbiano a quei livelli di esposizione – ha dichiarato a Outside – ma l’assorbimento cutaneo è una via di esposizione da non sottovalutare”.
E se il contatto con la pelle preoccupa, ancora più allarmanti sono le tracce rilevate nelle acque, nei suoli, nei pesci e persino nel latte materno umano. Si tratta di contaminanti persistenti, difficili da rimuovere e capaci di accumularsi nel tempo, con effetti potenzialmente irreversibili.
Le prime leggi anti-Pfas: l’abbigliamento tecnico verso una rivoluzione
Il fronte normativo si sta muovendo con decisione, soprattutto negli Stati Uniti. Secondo quanto riportato da Safer States, dal 2025 la California vieterà la vendita di quasi tutti i tessuti contenenti Pfas, mentre New York limiterà l’impiego di queste sostanze nei capi d’abbigliamento e il Colorado le bandirà nel settore dell’arredamento. In totale, sono 35 gli stati americani pronti ad applicare restrizioni o divieti sull’uso dei forever chemicals.
Questo significa che giacche impermeabili, pantaloni da sci, mantelle antipioggia e altri capi outdoor prodotti con trattamenti Pfas potrebbero presto scomparire dagli scaffali americani, o essere sostituiti con versioni ecologiche ancora poco diffuse.
La transizione non sarà semplice. Le aziende dovranno ripensare i materiali, testare nuove tecnologie e garantire prestazioni simili a quelle offerte finora. E non è detto che i costi restino invariati. Alcuni marchi hanno già avviato una riconversione verso alternative senza Pfas, ma si tratta di una sfida ancora in corso.
In Europa, intanto, si guarda con attenzione al modello statunitense. Il Parlamento Europeo ha più volte sollecitato una regolamentazione più severa, e una proposta per limitare i Pfas in ambito industriale e commerciale è attualmente allo studio presso l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA).
Per i consumatori, tutto questo si traduce in una nuova consapevolezza. Acquistare un capo impermeabile non sarà più solo una questione di design o funzionalità, ma anche di impatto ambientale e rischio sanitario. Il mercato è in fermento, e le giacche del futuro potrebbero non essere più quelle che abbiamo imparato a riconoscere.
