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Alimentazione

Bibite gassate, cambiano le regole sull’etichettatura

Alla Camera passa un emendamento che innalza la percentuale minima di frutta nelle bibite al 20%

L’emendamento che innalza la concentrazione minima di frutta nelle bibite gassate al 20% è passato alla Camera, superando le pressioni delle lobby delle bevande che avrebbero voluto che si continuasse a rimanere sotto questa soglia. Si tratta di una vittoria parziale poiché l’emendamento era nato con l’obiettivo di bloccare la vendita delle bibite che contengono molto meno del 20% (in Europa la concentrazione minima consentita è del 5%), ma Ue e multinazionali si sono opposte alla norma sottolineando l’illegittimità della norma e le conseguenze negative sul libero scambio fra i Paesi dell’Unione.

Più che sulla produzione in sé, la norma interverrà sull’etichettatura. La soglia del 20% diventerà la discriminante per poter riportare la dicitura “a base di succo di frutta”: sopra questa concentrazione si potrà dire, al di sotto no.

Un passo in avanti certo, si aumenta la trasparenza e quindi la consapevolezza dei consumatori. Tuttavia, bisognerebbe al più presto procedere al completamento della normativa, impedendo la produzione e la vendita delle bevande che non rispettano il 20% di concentrazione minima di frutta. Auspico inoltre che questa percentuale sia alzata, per la salvaguardia di produttori e di consumatori,

ha commentato Nino Pascale, presidente di Slow Food Italia.

Con l’intervento sulla percentuale di frutta nelle bevande mettiamo in condizione la filiera agricola e quella alimentare di trovare una sempre maggiore collaborazione, in un’ottica di sistema,

ha detto Maurizio Martina, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali.

Dunque attenzione all’etichetta, mentre per chi vuole bersi un’aranciata vera al 100% il consiglio è scontato: acquistare gli “originali” e spremere!

Via | Slow Food

Foto © Getty Images

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