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Acqua

In Etiopia una serra per sconfiggere fame e sete

Un progetto dell’università di Gondar per raccogliere l’acqua utile per l’uomo e per l’agricoltura anche nei deserti più aridi

Nei deserti dell’Etiopia la carenza d’acqua continua a essere una delle principali cause delle migrazioni dovute all’impossibilità di coltivare e, dunque, di sopravvivere senza aiuti esterni. Il progetto Roots Up, promosso dall’Università di Gondar sta tentando di portare l’acqua dove l’acqua non c’è.

Come? Con una serra speciale, multifunzionale che è, allo stesso tempo, orto e cisterna. Questa tenda-orto raccoglie la condensa che si forma durante la notte e la accumula all’interno di serbatoi. I ricercatori etiopi hanno creato una tenda-orto che riesce a mantenere al suo interno un’atmosfera ideale in virtù della ventilazione naturale favorita dall’escursione termica che si crea fra la parte alta e quella bassa di questa tenda piramidale.

Questa piccola piramide riesce a produrre l’acqua che è in grado di soddisfare tanto le esigenze fisiologiche, sia quelle dell’agricoltura. Laddove non piove per settimane, quando non per mesi, laddove non ci sono pozzi che pescano nelle profondità delle falde, l’acqua va pescata dall’aria, con l’ingegno e lo spirito d’adattamento, come fa, in natura, il coleottero delle nebbie (Onymacris unguicularis) che mantiene il corpo costantemente inclinato in avanti in modo che la condensa che si forma sull’addome gli scivoli alla bocca dissetandolo.

La forma della struttura intrappola l’aria calda al suo interno, provocando un innalzamento della temperatura durante il giorno. Di notte, quando la temperatura scende, gli agricoltori aprono la parte superiore della serra per rinfrescarla e, a questo punto, il vapore acqueo condensa le goccioline d’acqua che vengono convogliate in un serbatoio da una sorta di imbuto.

Con quell’acqua si provvederà poi ad irrigare le piante contenute nella stessa serra.

roots up 2

Via | Roots up

Immagini | Roots up

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