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ECOLOGIA

Dissesto idrogeologico: iter più rapidi per proteggere l’ambiente

Ci sono materie che non possono essere affrontate con tempi biblici: il dissesto idrogeologico appartiene alla specie. Costa: non possiamo più permetterci i ritardi del passato, bisogna accelerare gli iter.

Il dissesto idrogeologico è un dramma che in Italia grida forte la sua voce contro gli scempi, le scelte sbagliate e le lentezze burocratiche, cui vanno imputati gravi ritardi nello sfruttamento delle risorse per la messa in sicurezza dell’ambiente.

Simili lungaggini non sono più ammissibili, al cospetto di quella che è diventata una vera e propria emergenza nazionale: occorre accelerare gli iter, per un’azione più efficace di salvaguardia del territorio.

Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa è molto determinato su questo fronte: “Siamo consapevoli che in passato sono stati troppi i ritardi sull’utilizzo dei fondi di progettazione per il contrasto del dissesto idrogeologico, una situazione inammissibile e che non possiamo più permetterci“.

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I dati diffusi dalla relazione della Corte dei Conti sul Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico (2016-2018) sono impietosi: le risorse effettivamente erogate alle Regioni negli anni oggetto dell’indagine equivalgono solo al 19,9% del totale complessivo (100 mln di euro) in dotazione al Fondo.

Bisogna recuperare decisamente terreno e Costa è in prima linea: “Per questo motivo e per rimediare agli errori del passato abbiamo avviato un cambiamento di governance che ha portato le competenze in materia in capo al Ministero dell’Ambiente, che si sta già occupando di curare e organizzare gli investimenti per interventi di messa in sicurezza del territorio. Grazie a questa riorganizzazione i tempi di assegnazione delle risorse dal ministero ai commissari attuatori degli interventi anti dissesto sono passati da quasi 2 anni a tre mesi“. Ottima notizia!

Fonte | Ministero dell’Ambiente

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