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Clima

Salvaguardia ambientale e climatica: si passa dagli alberi

Il 2020 sarà l’anno delle foreste: “Oltre a piantare alberi, fondamentale salvaguardare e valorizzare quelle esistenti”.

La tutela dei polmoni verdi del mondo e la piantumazione di nuovi alberi sono iniziative doverose nell’ottica della salvaguardia dell’ecosistema. Spesso l’uomo dimentica l’importanza della natura e pensa di poter fare quello che vuole, non rendendosi conto dei danni che, con le sue condotte a volte dissennate, arreca all’ambiente e, quindi, a se stesso.

Tutti i forum più importanti sul tema hanno evidenziato la necessità di curare gli alberi e le foreste per una lotta più incisiva ai cambiamenti climatici. “Gli effetti delle azioni di ripristino o reimpianto di alberi -dice Diego Florian, direttore di FSC Italia- potranno essere valutati e misurati solamente tra decenni, per questo il primo impegno deve essere sviluppare una gestione attiva e responsabile del patrimonio forestale esistente“.

Una cura certosina dell’ambiente è necessaria, salvaguardando il patrimonio green attuale e producendo nuove oasi verdi, per il contrasto allo spinoso problema dei gas serra, che alimentano l’innalzamento delle temperature. Le cifre sono impietose e dovrebbero farci riflettere.

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Il 2019 è stato il secondo anno più caldo dal 1800 ad oggi. Diverse la catastrofi ambientali che il nostro pianeta ha vissuto, come i grandi incendi in Australia, Siberia, Alaska, Groenlandia, Angola e Congo. Questi drammi sono stati senz’altro agevolati dai cambiamenti climatici, che modificano i parametri ambientali, accelerando la portata e l’incidenza dei fenomeni meteorologici e…non solo.

Dobbiamo riconoscere di essere in mezzo ad una crisi globale, che richiede scelte urgenti, consapevoli e condivise, per sconiurare il peggio. “Uno dei punti fondamentali su cui agire è proprio la salvaguardia delle foreste e il loro ripristino” afferma Florian.

Molti studi hanno evidenziato nel tempo il contributo positivo degli alberi nel contrasto ai cambiamenti climatici, perché queste piante sono in grado di trattenere la CO2, compensando in parte le emissioni prodotte dall’attività antropica, e di influenzare anche il ciclo dell’acqua e delle precipitazioni, limitando i danni da dissesto idrogeologico.

L’impegno da mettere in atto è faraonico, ma ne vale assolutamente la pena. In un recente rapporto, l’IPCC (gruppo intergovernativo dell’Onu sul cambiamento climatico) ha calcolato che sarebbe necessario ripristinare un miliardo di ettari di foreste entro il 2050 per poter contenere l’aumento delle temperature a +1,5°C. Una bella sfida, che non possiamo perdere!

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