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Inquinamento

Rifiuti, la Regione Lazio presenta ricorso contro la bocciatura del Piano regionale

La Regione Lazio annuncia ricorso contro la bocciatura del Tar del Piano regionale rifiuti

La Regione Lazio ha annunciato che presenterà immediato ricorso al Consiglio di Stato contro il pronunciamento del Tar, che ha bocciato il Piano rifiuti regionale presentano poco meno di un anno fa dalla giunta Polverini.

Così ha magistralmente sintetizzato il ricorso il giornalista Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, edizione romana, di questa mattina, scrivendo nel suo attacco:

a una quarantina di giorni dalle elezioni la Regione Lazio farà dunque ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che ha bocciato il suo piano dei rifiuti. Non c’è il tempo per fare un altro piano: ne resta invece abbastanza per far girare ancora un bel po’ di carte bollate.

La Regione evidenzia contraddizioni e letture superficiali, nonchè errori di natura tecnica, che avrebbero portato all’errato pronunciamento dei giudici amministrativi: scrive la Regione Lazio che

la Commissione europea, […] sulla base del piano rifiuti adottato dalla Giunta Polverini e approvato il 18 gennaio 20102 dal consiglio regionale del Lazio, ha chiuso la procedura di infrazione risalente alla sentenza del 14/06/2007, con cui la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha condannato l’Italia per violazione della direttiva 75/442/Cee. […] Il 21 giugno 2012 la Commissione Ue, che certamente conosce i contenuti delle direttive da essa stessa emanate, ha chiuso la procedura di infrazione affermando, si leggeva in una nota, come ‘la valutazione dei piani da parte della Commissione mostra che essi sono in linea con la legislazione europea’.

evidenziando una contraddizione nella decisione del Tar, che evidenzia violazioni delle direttive comunitarie citando proprio quella procedura d’infrazione; nella nota la Regione Lazio ha ricordato come il Piano dello scorso anno riguardi

la prevenzione e la riduzione dei rifiuti, la raccolta differenziata, l’utilizzo residuale delle discariche (il tutto in linea con la gerarchia di gestione dei rifiuti di cui alla Direttiva 2008/98/CE) e la definizione dei confini amministrativi di gestione dei rifiuti (Ato)

Vero, ma solo in parte, visto che quel piano in realtà ne conteneva, come una matrioska ben riuscita, due: uno “scenario di piano”, quello sottolineato dalla Regione Lazio, ed uno “scenario di controllo” che, stando alle cronache dell’ultimo anno, è esattamente ciò che si sta verificando, con la spasmodica ricerca di una nuova discarica e la soluzione incenerimento, che torna ciclicamente come un rigurgito.

Sullo “scenario di controllo”, definito “strumento correttivo” è la stessa Regione Lazio a tentare di chiarire:

Nella sentenza, inoltre, si confonde il valore dello scenario di controllo con gli obiettivi posti dallo scenario di piano. Nella evidente considerazione che lo scenario di controllo sia quello più realistico allo stato attuale, non viene compreso il valore di strumento correttivo che lo stesso deve avere a seguito di attività di monitoraggio

Come sottolineato da Rizzo sul Corriere

Va riconosciuto che esistono anche notevoli responsabilità precedenti alle attuali maggioranze, le quali coinvolgono gestioni di segno politico opposto. A Roma il problema dei rifiuti ha infatti origini lontane. Per anni le stesse amministrazioni cui partecipavano gli ambientalisti l’hanno sempre considerato con colpevole sufficienza. Privilegiando la via della discarica rispetto a quella del riciclaggio intelligente per pura (e miope) convenienza economica.
Resta il fatto che nemmeno negli ultimi due anni si è riusciti a trovare il minimo spiraglio per venir fuori da una situazione indecorosa.

Via | Corriere Roma

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