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Terremoto in Emilia, approvato il decreto ricostruzione

Il governo approva il decreto ricostruzione per l’Emilia, che prevede la copertura fino alla misura massima del 100% del costo ammesso e riconosciuto.

Ieri sera il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto che aggiorna la misura dei contributi che possono essere concessi per la ricostruzione degli immobili (sia abitativi, sia destinati ad uso produttivo) e degli impianti, nelle Regioni colpite dagli eventi sismici del maggio 2012.

Il decreto prevede una copertura fino al 100% del valore riconosciuto.

Come annunciato trionfalmente su Facebook dal Presidente del Consiglio Mario Monti, che in quanto candidato avrebbe dovuto garantire, a maggior ragione in questo caso, il suo tipico aplombe

il decreto garantisce una copertura pari al 100% per la ricostruzione degli immobili e degli impianti distrutti dal terremoto che nel maggio 2012 ha colpito Emilia, Lombardia e Veneto. Un sostegno concreto alle persone e alle imprese.

In verità, campagna elettorale a parte, il provvedimento prevede la copertura economica

fino alla misura massima del 100 per cento del costo ammesso e riconosciuto.

Certamente una buona notizia per gli abitanti delle zone colpite dal sisma, un po’ meno per il senso comune di delicata onestà intellettuale, che troppo spesso specula sui drammi altrui specificatamente in campagna elettorale.

Dai territori emiliani nei giorni scorsi è arrivata una precisazione sui costi da parte della Struttura commissariale per la ricostruzione:

Il costo di un modulo abitativo medio, di una dimensione tra i 45 e i 60 metri quadri, corrisponde a circa 26 mila euro, ma le imprese fornitrici hanno sottoscritto una clausola che prevede che dopo due anni dovranno riacquisirli, restituendo per ognuno circa 6 mila euro. Quindi la spesa reale per ogni modulo sarà di circa 20 mila euro, a cui si deve aggiungere una somma corrispondente per i costi di acquisizione e urbanizzazione delle aree in cui sono stati collocati. Le aree urbanizzate, una volta finita l’emergenza, saranno liberate dai moduli e rimarranno nella disponibilità delle amministrazioni locali come aree di protezione civile. Il ricorso ai moduli è stato necessario in alcuni Comuni, dove danni molto estesi hanno reso impossibile reperire abitazioni ordinarie.

E’ stato spiegato inoltre che quella dei moduli abitativi è stata una scelta obbligata:

La legge 134/2012 consente di utilizzare i fondi stanziati unicamente per l’emergenza e per la realizzazione di soluzioni temporanee e rimovibili, così come il fondo di solidarietà costituito dall’Unione Europea. La Regione Emilia-Romagna, infatti, per l’acquisto di alloggi pronti, ha dovuto destinare tutte le risorse disponibili del proprio bilancio, circa 25 milioni di euro.

Alla domanda “dove sono finiti i soldi?” si può dunque rispondere certamente “nella ricostruzione” ma nella parte più a breve termine, nella quale le risorse vengono dilapidate in barba alla lungimiranza e nel pieno vigore dell’emergenza immediata. Di questo passo anche gli oltre 30 milioni di euro stanziati dal commissario delegato alla Ricostruzione e presidente della Regione Vasco Errani per la prosecuzione delle attività di assistenza alle popolazioni colpite dal sisma fino al prossimo 31 marzo finiranno per non risolvere il problema, mettendo toppe che allungano semplicemente la tovaglia, impedendo la ricostruzione, la messa in sicurezza e la manutenzione di un territorio e continuando a garantire i rischi di clientele che, in stato d’emergenza, sono sempre dietro l’angolo.

Via | Governo.it
Foto | ANSA / PAOLO SALMOIRAGO

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