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MOBILITA' SOSTENIBILE

Retrofit elettrico: ora è legge grazie alla liquid democracy

In questo guest post Pietro Cambi ci racconta come grazie ad un intervento di “liquid democracy” è riuscito a fare approvare un emendamento che permette il retrofit elettrico di veicoli esistenti. E’ una storia un po’ lunga, ma che merita di essere letta fino alla fine

«Voglio scrivere due righe su un colpaccio che siamo riusciti a mettere a segno, nel caso vi fosse sfuggito.

Mentre gli inciucisti tramano, i politologhi strologano su geometrie governative variabili, i costituzionalisti si interrogano, gli opinionisti sbandano sotto la responsabilità di averne di proprie ( di opinioni), i neoeletti 5s fanno la conoscenza reciproca e del mondo alieno in cui sono stati catapultati ed affrontano le prime battaglie e problemi ( la cronaca di questi ultimi giorni), la cosiddetta liquid democracy, la democrazia dal basso, con una incursione ferina, ha messo a segno un colpaccio clamoroso al modo tradizionale di fare politica ed alle lobbies costituite riuscendo a far passare in parlamento, far votare e far approvare un provvedimento di legge, grazie ad un pugno di parlamentari bipartisan di buona volontà.

Non solo. L’ha fatto otto mesi fa. Ma come? Ma dove ma cosa?

Beh, si: è andata proprio cosi ed è nato tutto da noi fondatori di Eurozev (e membri di Aspo Italia), che abbiamo lottato , scritto, divulgato, propugnato, dimostrato, per anni i concetti alla base dell’emendamento e da alcune aziende volenterose, alla Riker vanno aggiunte EVE e Pininfarina, che ci hanno dato retta ed hanno provato a seguire il nostro esempio su scala industriale, con buoni successi.

Non voglio ripercorrere qui tutta la sagra del cinquino elettrico e di noi 4 gatti di Eurozev, oltre che dei blog Petrolio e Crisis, sostenitrici della primissima ora. Per le puntate precedenti potrete dare una occhiata al sito di Eurozev oppure potreste provare con una ricerca su Google alla voce “retrofit elettrico”.

Riassumo solo la parte di interesse recente.

Dopo diversi tentativi, ormai tre anni fa, scopro che il primo firmatario di una legge sulla modifica dei veicoli esistenti, L’On. Lulli, è di Prato. Dopo un poco di mail bombing da parte dei lettori di Crisis  lo contatto via facebook e mi gira subito il cellulare.

Lo incontro, capisco che ha una certa consapevolezza della validità del concetto ed una buona volontà di portare avanti la cosa. In effetti dopo circa un anno compare un disegno di legge 8 a sua firma che prevede importanti incentivi ai veicoli elettrici, senza costi per i cittadini ma finanziato da una sopratassa sulle bottiglie in pet e sugli shoppers da supermercato.

Studio un emendamento proretrofit che viene in effetti inserito nel disegno di legge.

Tuttavia il disegno segue un percorso tortuoso e difficile in commissione. Ci mette lo zampino Fiat, con tanto di audizione del suo AD Marchionne, che, invitato a parlare in merito agli incentivi per i veicoli elettrici, riesce a nominarli una volta in 56 pagine di intervento e ad introdurre le auto a metano e gpl, che non c’entravano nulla con il disegno di legge, si spaventa la motorizzazione civile, fremono e sono dubbiosi gli sparuti costruttori di veicoli elettrici.

Si arriva a Giugno 2013. Ricevo una concitata telefonata da una delle responsabili di Energoclub, associazione attiva nel settore delle rinnovabili e ben in contatto con la nostra associazione Eurozev e con una similare nel frattempo sorta nel nord italia ed insieme decidiamo di riscrivere una nuova proposta che potrà essere inserita come comma di un articolo che riprenderà l’intero disegno di legge Lulli all’interno del primo decreto “crescitalia”.

Qualche parlamentare di buona volontà sia di destra che di sinistra dichiara il suo appoggio, scrive qualche emendamento etc etc. insomma: il decreto legge, viene convertito in legge dello Stato nell’Agosto 2012. Il retrofit elettrico dei veicoli esistenti, concetto introdotto in italia dal modesto sottoscritto ex coblogger di Crisis, è Legge dello Stato (art. 17 terdecies), come abbiamo dato la notizia a suo tempo.

Ovviamente, con mille caveat, limitato ad alcune categorie di veicoli, rimandando a circolari ministeriali per la sua concreta attuazione etc etc. More italico. Ma il concetto e’ passato.

Ed è stato concepito, scritto e proposto da un piccolo gruppo di persone senza tessere/o agganci.

Non è finita. Essendo evidenti i limiti dell’articolo cosi come è passato, prendo carta penna e calamaio e scrivo una lettera ai presidenti delle commissioni interessate, ed ai deputati primi firmatari, che suggerisce le modifiche da fare per rendere pienamente operativa la norma appena approvata. La lettera viene firmata oltre che dalle nostre due associazioni anche dall’ AD di Pininfarina e da quello di Riker.

Continuo a lavorare sull’emendamento e, in accordo con Lulli, ne scrivo una bozza definitiva che viene presentata in parlamento per essere inserita nella legge di Stabilità ( ex finanziaria); benchè sia stato riproposto da vari deputati di tutti gli schieramenti, nessuno degli emendamenti passa e poi, come sapete, cade il governo.

Comunque vada in parlamento, a me pare importante ricordare qui ed ora quale sia stato il primo provvedimento di legge proposto con una inziativa dal basso e dalla rete, presentato da un parlamentare del PD ed approvato in parlamento. Ci sembra un giusto riconoscimento non solo per noi di Eurozev e per i tanti che ci hanno incoraggiato ed appoggiato, in rete e nel mondo reale, ma anche per i tanti che ci hanno dato una mano e sostenuto in tanti differenti modi in questi anni , senza dimenticare il coraggiosissimo Deputato Lulli e gli altri di tutti gli schieramenti che hanno accettato di portare in parlamento una proposta di legge partita dai cittadini.

A parte il lato di primo esempio italico di democrazia dal basso o, diciamo cosi, liquida, se pensate che si tratti di qualcosa di marginale, di secondario di trascurabile, di decorativo, beh vi sbagliate di grosso.

Due aziende Italiche, anche su nostra diretta indicazione, Pininfarina ed Irisbus, stanno cercando di salvare il trasporto pubblico in italia ( e se stesse nel processo) proprio realizzando un kit di retrofit per gli autobus esistenti. Il prototipo Pininfarina esiste già si chiama Hybus ed è in fase di sperimentazione presso l’azienda di trasporto di Torino. La cosa ha anche generato un’ interrogazione parlamentare e nel frattempo i comitati di base della Irisbus hanno sposato il progetto in toto e stanno cercando un referente industriale credibile, come del resto la Regione Campania.

Vada come vada, la nostra piccola idea, si è fatta grande, è maggiorenne e cammina con le sue gambe.

Da orgogliosi genitori, vi racconteremo gli sviluppi e, manco a dirlo, cercheremo di ripresentare il nostro emendamento. Se ci sarà un parlamento nei prossimi mesi, credo proprio che ne avremo l’opportunità.

AH!! Ovviamente, Lulli, il parlamentare del PD, NON è stato ricandidato a queste elezioni.

Caso o sfortuna ovviamente.»

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