
Greenpeace activists hang a banner on July 24, 2014 in front of LEGO headquarters in Santiago, Chile. The protest is against Shell's oil search in the Artic region, and also to demand Lego to remove Shell logos from their toys. AFP PHOTO / MARTIN BERNETTI (Photo credit should read MARTIN BERNETTI/AFP/Getty Images)
[blogo-video id=”161287″ title=”Il 2015 di Greenpeace” content=”” provider=”askanews” image_url=”http://engine.mperience.net/cdn/static/img/tmnews/20151228_video_12245785.jpg” thumb_maxres=”0″ url=”20151228_video_12245785″ embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTYxMjg3JyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PHNjcmlwdCB0eXBlPSJ0ZXh0L2phdmFzY3JpcHQiIHNyYz0iaHR0cDovL2VuZ2luZS5tcGVyaWVuY2UubmV0L0VuZ2luZVdpZGdldC9zY3JpcHRzL3dpZGdldF8xIj48L3NjcmlwdD48ZGl2IGNsYXNzPSJtcGVfd2lkZ2V0IiBkYXRhLW1wZT0ndHlwZT1wbGF5ZXJ8YXBwSWQ9MTl8dGFyZ2V0SWQ9MjAxNTEyMjhfdmlkZW9fMTIyNDU3ODV8cGxheWVyT3B0aW9ucz17ImF1dG9wbGF5Ijoibm9uZSIsImFkdlVSTCI6Imh0dHA6Ly9vYXMucG9wdWxpc2VuZ2FnZS5jb20vMi92aWRlby5ibG9nby5pdC9hc2thbmV3cy9wbGF5ZXJAeDUwIiwidXNlSW1hU0RLIjp0cnVlfSc+PC9kaXY+PHN0eWxlPiNtcC12aWRlb19jb250ZW50X18xNjEyODd7cG9zaXRpb246IHJlbGF0aXZlO3BhZGRpbmctYm90dG9tOiA1Ni4yNSU7aGVpZ2h0OiAwICFpbXBvcnRhbnQ7b3ZlcmZsb3c6IGhpZGRlbjt3aWR0aDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O30gI21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzE2MTI4NyAuYnJpZCwgI21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzE2MTI4NyBpZnJhbWUge3Bvc2l0aW9uOiBhYnNvbHV0ZSAhaW1wb3J0YW50O3RvcDogMCAhaW1wb3J0YW50OyBsZWZ0OiAwICFpbXBvcnRhbnQ7d2lkdGg6IDEwMCUgIWltcG9ydGFudDtoZWlnaHQ6IDEwMCUgIWltcG9ydGFudDt9PC9zdHlsZT48L2Rpdj4=”]
Il 2015 è stato un anno cruciale per l’ambiente, vuoi perché i cambiamenti climatici si sono resi così evidenti – anche nei Paesi più refrattari ad ammetterli – da rendere insindacabile la presenza di fenomeni denunciati da anni, vuoi perché ci sono stati due momenti molto importanti come la pubblicazione dell’enciclica papale Laudato Si’ e l’accordo della COP21 di Parigi.
[related layout=”left” permalink=”https://ecoblog.lndo.site/post/161020/cop21-attivista-di-greenpeace-sullarco-di-trionfo”][/related]Ma c’è chi, da decenni a questa parte, non ha mai smesso di lottare per difendere il Pianeta e per stimolare, attraverso azioni spettacolari e rocambolesche, una coscienza ecologica diffusa: Greenpeace.
In un video diffuso in questi giorni, il più importante network ambientalista del mondo ha voluto riassumere il suo 2015: dalle proteste globali che hanno convinto Shell ad abbandonare i suoi scriteriati progetti di trivellazione nell’Artico – con sei attivisti di Greenpeace che hanno occupato pacificamente per sei giorni la piattaforma petrolifera Polar Pioneer – alle spedizioni sulle vette più remote del Pianeta, per chiedere alle industrie tessili di non utilizzare più sostanze inquinanti come i PFC.
[related layout=”right” permalink=”https://ecoblog.lndo.site/post/159498/inquinamento-anche-in-paradiso-colpa-dellabbigliamento-per-loutdoor”][/related]Un dirigibile ha sorvolato Milano durante Expo 2015 per chiedere un’agricoltura più sostenibile e ci sono state anche manifestazioni nei mari italiani, minacciati dall’avanzare delle trivellazioni offshore, dai cambiamenti climatici o devastati dalla pesca eccessiva. Non sono mancate azioni a protezione delle foreste o in difesa della Grande Barriera Corallina australiana e di specie in pericolo, come i dugonghi dell’isola di Okinawa, minacciati dall’espansione di una base militare statunitense.
Greenpeace è arrivata persino nello spazio, grazie a un pallone-sonda sonda lanciato nella stratosfera da volontari italiani dell’organizzazione ambientalista, con un messaggio destinato ai leader riuniti in Francia per il vertice sui cambiamenti climatici: “Save the Climate”, salviamo il clima.
Via | Askanews