
L'importanza dello SPID nella digitalizzazione(www.ecoblog.it)
A partire dal 28 luglio, gli utenti di Infocert come fornitore di identità digitale si troveranno di fronte a una novità significativa.
Infocert, parte del gruppo Tinexta, ha deciso di seguire le orme di Aruba, un altro provider che ha già introdotto una tariffa per il suo servizio SPID. In questo articolo, esploreremo in dettaglio questa transizione verso il pagamento, le implicazioni per i cittadini e le opzioni disponibili per mantenere l’accesso gratuito ai servizi digitali.
Lo SPID è diventato un elemento cruciale per l’accesso ai servizi della pubblica amministrazione in Italia. Con oltre 39 milioni di identità digitali attive, questo sistema ha facilitato l’interazione dei cittadini con enti come l’Agenzia delle Entrate, il Ministero della Salute e molti altri servizi pubblici. Tuttavia, nonostante l’introduzione di alternative come l’IT-Wallet, la maggior parte degli italiani continua a utilizzare lo SPID per le sue praticità e la sua diffusione.
La decisione di Infocert
Infocert ha comunicato ai propri utenti che, dopo dieci anni di servizio gratuito, il costo per mantenere lo SPID aumenterà a 5,98 euro all’anno. Questo passaggio è stato giustificato dall’azienda con l’intento di sostenere la digitalizzazione dei cittadini, ma suscita inevitabilmente interrogativi su come questo possa influenzare l’accesso ai servizi pubblici. È importante notare che il rinnovo a pagamento non sarà automatico: gli utenti dovranno esprimere il proprio consenso affinché il pagamento venga effettuato. Questo dà agli utenti la possibilità di valutare se continuare con Infocert o cambiare provider.
Attualmente, oltre il 70% delle identità digitali in Italia è gestito da Poste ID, che al momento offre il servizio senza costi per gli utenti. Questo rappresenta un’opzione sicura per coloro che desiderano mantenere l’accesso gratuito ai servizi digitali. Inoltre, ci sono altri provider che continuano a offrire SPID senza alcun costo. Gli utenti Infocert che non vogliono pagare per il servizio possono quindi considerare il passaggio a un altro fornitore.

Per chi decide di non accettare il pagamento e vuole mantenere il servizio gratuito, il processo di cambio provider è relativamente semplice. Gli utenti devono prima recedere il contratto con Infocert. Le modalità per farlo sono due: è possibile inviare una raccomandata all’indirizzo di Infocert o utilizzare una PEC (Posta Elettronica Certificata) per comunicare la propria intenzione di disdire il servizio. È importante ottenere una conferma di avvenuto recesso per poter proseguire con la scelta di un nuovo fornitore.
Le modalità di disdetta
Per recedere il contratto con Infocert, gli utenti possono seguire questi passaggi:
- Raccomandata: Inviare una lettera raccomandata a InfoCert S.p.A. – Direzione generale e amministrativa – Piazzale Flaminio 1/B 00196 Roma. È consigliabile conservare una copia della lettera e la ricevuta di invio per eventuali contestazioni future.
- PEC: In alternativa, inviare una PEC all’indirizzo revoca.spid@legalmail.it. Anche in questo caso, è fondamentale conservare una copia della comunicazione.
Una volta ricevuta la conferma del recesso, gli utenti possono scegliere un altro provider che offra SPID gratuitamente. Questa operazione è abbastanza comune e non comporta complicazioni per coloro che sono abituati a gestire servizi digitali.
Sebbene il costo di 5,98 euro all’anno per mantenere lo SPID con Infocert possa sembrare contenuto (meno di 50 centesimi al mese), rappresenta comunque un cambiamento significativo per gli utenti che si erano abituati a un servizio gratuito. Questo sviluppo solleva interrogativi su una potenziale tendenza nel mercato degli identity provider, dove altri potrebbero seguire l’esempio di Infocert e Aruba. In un contesto in cui la digitalizzazione è sempre più essenziale, è fondamentale che i cittadini possano accedere a servizi senza oneri aggiuntivi.