
Professionista sanitaria con abiti monouso - ecoblog.it
Abbigliamento monouso e sostenibilità: possono sembrare due termini agli antipodi, ma se non fosse così?
La questione rimane aperta, complici gli standard elevati raggiunti dalle soluzioni di ultima generazione, anche per quanto concerne alcuni aspetti correlati e di per sé piuttosto impattanti per l’ambiente. A cominciare dal packaging, che in questo tipo di soluzioni dovrebbe essere altrettanto eco-friendly.
In questo articolo analizziamo più nei dettagli se l’abbigliamento monouso presenta le caratteristiche per poter essere reputato green. Prima, però, vediamo di cosa si tratta.
Cosa si intende per abbigliamento monouso, nell’epoca attuale?
Ma cos’è, esattamente, l’abbigliamento monouso? Si tratta di soluzioni definite nel linguaggio comune come usa e getta, introdotte nell’ottica di assicurare standard ottimali e superiori in termini di sicurezza, praticità e igiene, indispensabili in contesti professionali che presentano elementi di particolare delicatezza: quelli dove i rischi di contaminazioni biologiche e chimiche risultano piuttosto elevati.
Tra gli ambiti principali in cui l’abbigliamento monouso appare piuttosto comune e diffuso troviamo i seguenti: sanitario, alimentare, farmaceutico, cosmetico, logistico e diversi rami dell’industria e della manifattura.
I capi che gli operatori si trovano a utilizzare e a cambiare regolarmente – visto anche che non possono essere indossati una seconda volta – sono molteplici: tute integrali, camici, bluse, cuffie e molto altro ancora. Per non parlare delle copriscarpe monouso, le quali assolvono una funzione essenziale in quanto permettono di prevenire che la contaminazione avvenga attraverso un contatto con le superfici dei pavimenti, tutelando i piedi e gli arti inferiori, dove la pelle appare di per sé esposta a vari pericoli.
In virtù, tuttavia, del fatto che si tratta di indumenti che devono essere smaltiti in un breve arco di tempo, viene da chiedersi: come possono evolversi in chiave green? Ciò risulta possibile prestando attenzione ad alcune accortezze particolari in fase produttiva e di gestione dei rifiuti. Quando ci sono tali presupposti è possibile dunque affermare che l’abbigliamento monouso si rivela davvero sostenibile.

Quando l’abbigliamento monouso può dirsi sostenibile
Negli ultimi anni sono stati fatti passi da gigante verso la sostenibilità, complici gli investimenti delle case produttrici sia per quanto concerne la selezione dei materiali sia in merito all’adozione di tecnologie di lavorazione e smaltimento sempre più efficienti.
Esistono perciò alcune soluzioni monouso che possono dirsi sostenibili: quelle realizzate con materiali biodegradabili e/o riciclabili, in grado di coniugare sicurezza e basso impatto ambientale.
Rientrano pertanto tra i cosiddetti bio-materiali gli indumenti ottenuti da polimeri riciclati oppure da composti di matrice vegetale, e, in una certa misura, il cosiddetto TNT (tessuto non tessuto), se opportunamente riciclato.
Occorre infatti tenere presente che non sempre è possibile implementare la sostenibilità alla radice – e quindi fin dalla fase di produzione – ma che a volte occorre agire soprattutto sulle procedure di smaltimento, adottando corrette pratiche di riciclo.
C’è però un aspetto su cui molto è possibile fare a proposito dell’abbigliamento monouso e si tratta del packaging, che risulta invece approntabile secondo materiali 100% green, più economici e semplici da smaltire, ma parimenti efficaci rispetto a quelli ottenuti da fonti non rinnovabili. Considerando l’impatto di tale componente per l’ambiente, optare per misure sostenibili appare imprescindibile.