
Sbagli causale nel bonifico? Il fisco ti blocca il conto e la multa può superare i 5.000 euro - www.ecoblog.it
Causale del bonifico sbagliata? Si rischia il blocco del conto corrente e multe fino a migliaia di euro. Ecco cosa sta cambiando nei controlli fiscali e perché serve maggiore attenzione.
Negli ultimi mesi si è tornati a parlare con insistenza dei trasferimenti di denaro tramite bonifico bancario, soprattutto per quanto riguarda la corretta compilazione della causale. Un’operazione apparentemente semplice che, se effettuata in modo superficiale, può aprire la porta a controlli fiscali stringenti. In Italia, dove l’uso del bonifico è largamente diffuso per donazioni, prestiti tra familiari, affitti e vendite occasionali, l’Agenzia delle Entrate ha intensificato le verifiche sulle motivazioni che accompagnano il trasferimento. Basta inserire una causale generica, ambigua o non coerente con la reale natura del versamento per ritrovarsi con il conto sotto osservazione e, in alcuni casi, congelato. A ciò si aggiunge il rischio concreto di ricevere una richiesta formale di chiarimenti con l’obbligo di esibire prove documentali sulla provenienza e sulla destinazione dei fondi.
Come funziona il controllo e perché la causale è diventata fondamentale
L’allerta riguarda soprattutto i bonifici che non trovano riscontro immediato nella dichiarazione dei redditi. In questo gruppo rientrano donazioni familiari, prestiti senza interessi, vendite occasionali e risarcimenti. Situazioni lecite, ma che richiedono causali specifiche per non essere fraintese. I controlli incrociati partono quando la causale è troppo generica – ad esempio “trasferimento”, “bonifico personale”, “versamento libero” – oppure quando manca del tutto una spiegazione precisa. In questi casi, il rischio è che il denaro venga interpretato come reddito occulto, compenso in nero o peggio ancora parte di operazioni sospette.

La causale di un bonifico, oggi, è considerata un elemento identificativo e viene usata dalle autorità per valutare la regolarità del movimento. I controlli servono a prevenire riciclaggio, evasione fiscale, finanziamenti illeciti e attività sospette. Se qualcosa non torna, l’Agenzia delle Entrate può intervenire chiedendo al contribuente di compilare un questionario con dettagli precisi sulla transazione, allegando ricevute, dichiarazioni firmate o eventuali scritture private. Senza documentazione valida, il contribuente rischia una sanzione proporzionata all’importo e, nei casi più gravi, il congelamento temporaneo dei fondi.
Cosa evitare per non finire nei radar del fisco
Molti italiani continuano a sottovalutare l’importanza della causale, affidandosi a formule vaghe o errate. In un bonifico destinato a un genitore, ad esempio, la dicitura corretta dovrebbe riportare chiaramente il motivo: “donazione a mia madre per spese sanitarie” o “prestito a mio padre senza interessi”. Usare una causale generica potrebbe invece sollevare dubbi e innescare una verifica fiscale. In particolare, donazioni tra fratelli o sorelle, pur consentite, devono restare sotto i 100.000 euro, mentre tra genitori e figli il limite è di 1 milione di euro. Superare queste soglie o non specificare il tipo di trasferimento potrebbe portare a controlli e multe, anche in buona fede.
Il fisco italiano ha scelto una linea più rigida anche per far fronte a flussi di denaro sospetti legati ad attività non dichiarate, giochi d’azzardo non tracciabili o vendita di beni senza documentazione. Nei casi più a rischio, la banca può bloccare preventivamente il bonifico, chiedendo al cliente di giustificare l’operazione prima di procedere con l’accredito. Non si tratta di un allarmismo immotivato: negli ultimi anni i sistemi di controllo sono stati aggiornati e automatizzati. Le parole inserite nella causale vengono lette, archiviate e in alcuni casi analizzate da algoritmi antifrode. Per questo è sempre consigliabile essere precisi, evitando fraintendimenti.
Scrivere “regalo per compleanno a mio figlio”, “contributo per spese universitarie” o “canone affitto giugno 2025” non è solo una buona prassi, ma una tutela concreta contro interpretazioni errate. La trasparenza aiuta a evitare fraintendimenti, velocizza i controlli e riduce il rischio di incorrere in sanzioni che possono arrivare a migliaia di euro, anche solo per un errore di distrazione.