
Frutti di mare contaminati, il Ministero della Salute ordina il ritiro dal commercio - ecoblog.it
Il Ministero della Salute ha ritirato un lotto di cozze Olbiesina prodotto a Olbia per la presenza di Escherichia coli oltre i limiti: cosa sapere e cosa fare se hai acquistato il prodotto.
Alla fine di luglio 2025, il Ministero della Salute ha pubblicato un avviso di richiamo per un lotto di cozze a marchio Olbiesina, prodotte dalla Spano Group Srl, azienda con sede a Olbia, in provincia di Sassari. Il richiamo è motivato dalla presenza di Escherichia coli in quantità superiore ai limiti di legge, un rischio che ha portato al ritiro immediato del lotto segnalato. La confezione incriminata porta il numero di lotto ITA/066, con data di confezionamento 21/07/2025.
L’intervento è stato classificato come misura precauzionale per tutelare la salute pubblica. L’avviso, pubblicato ufficialmente sul portale ministeriale, non specifica il peso delle singole confezioni, ma indica che il richiamo interessa un totale di 680 chilogrammi di prodotto distribuito. Il marchio identificativo dello stabilimento è IT 543 CSM CE, localizzato in via Indonesia 52, Zona Industriale settore 2, a Olbia.
Chi avesse già acquistato le cozze interessate dal richiamo è invitato a non consumarle per nessun motivo e a riportarle nel punto vendita dove sono state acquistate. La restituzione può avvenire anche senza lo scontrino, come previsto dalle regole sulla sicurezza alimentare in casi di allerta sanitaria. L’Escherichia coli, infatti, può provocare disturbi intestinali anche gravi, soprattutto nei soggetti più fragili.
Cosa sappiamo sul richiamo e sul rischio microbiologico
L’Escherichia coli è un batterio normalmente presente nell’intestino umano e animale, ma alcune sue varianti possono causare infezioni gravi. La sua presenza in alimenti di origine marina è spesso legata a contaminazioni fecali delle acque, un problema che si presenta soprattutto durante i mesi estivi, in zone soggette a scarichi irregolari o a condizioni igienico-sanitarie precarie.
Il superamento del limite legale di E. coli impone il ritiro del prodotto in modo obbligatorio, indipendentemente dal fatto che siano stati segnalati casi di intossicazione. Nel caso specifico, non sono stati riportati episodi clinici collegati al lotto ITA/066, ma l’allerta è scattata appena analisi di laboratorio hanno evidenziato valori fuori soglia. Il rischio riguarda principalmente l’ingestione di mitili crudi o poco cotti, pratica comune durante l’estate in molte zone costiere.

La società produttrice Spano Group Srl non ha diffuso note ufficiali, ma ha collaborato con le autorità sanitarie per il ritiro del prodotto. Il marchio Olbiesina è diffuso soprattutto in Sardegna, ma non è esclusa una distribuzione più ampia attraverso i canali di vendita della grande distribuzione o del settore ittico all’ingrosso. Chi ha acquistato il prodotto fuori dalla Sardegna dovrebbe quindi controllare attentamente l’etichetta e verificare la presenza del numero di lotto coinvolto.
I numeri del 2025 e la situazione dei richiami alimentari in Italia
Con l’ultimo aggiornamento, i richiami segnalati da Il Fatto Alimentare dal 1° gennaio 2025 hanno raggiunto quota 136, per un totale di 358 prodotti ritirati appartenenti a decine di marchi e categorie diverse. I motivi variano dalla contaminazione microbiologica alla presenza di allergeni non dichiarati, fino a corpi estranei trovati nei prodotti confezionati.
Nel caso delle cozze, la combinazione tra deperibilità del prodotto e rischio di contaminazione richiede sempre controlli accurati, e questo episodio lo conferma. In estate, la probabilità di focolai di batteri aumenta, complice il caldo, i trasporti lunghi e la conservazione non sempre ottimale. Gli operatori del settore alimentare sono tenuti per legge a ritirare il prodotto appena emerge un’anomalia, anche in assenza di sintomi nella popolazione.
Il sistema di allerta rapido europeo (RASFF) permette oggi di tracciare in tempo reale i rischi legati agli alimenti circolanti sul mercato. Tuttavia, resta centrale la responsabilità dei consumatori, che devono prestare attenzione agli avvisi ufficiali e non sottovalutare i rischi legati al consumo di molluschi contaminati. Una semplice disattenzione può trasformarsi in problemi gastrointestinali anche seri.