Se sei in affitto preparati a tremare, italiani in panico: accadrà con il nuovo anno - ecoblog.it
Affitti 2026, previsto un cambiamento che potrebbe pesare sul canone: cosa sta per accadere con il nuovo anno.
L’inizio del 2026 porterà una novità che molti inquilini non avevano messo in conto. La rivalutazione dei canoni di locazione all’inflazione, infatti, entrerà in una nuova fase con percentuali già fissate dal recente decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Non tutti i contratti saranno coinvolti, ma per una buona fetta di affittuari è previsto un incremento automatico del canone mensile. È un meccanismo noto, ma spesso sottovalutato al momento della firma. E il prossimo anno potrebbe riservare un impatto significativo.
Aumenti degli affitti nel 2026: cosa prevede il decreto
Il decreto del Mef del 19 novembre 2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ha definito la percentuale di perequazione automatica. Per il 2026 la variazione stabilita è pari a +1,4%, da applicare a partire dal 1° gennaio. Questo adeguamento serve ad allineare il costo dell’affitto ai livelli generali dei prezzi, così da evitare che l’inflazione svaluti il canone pagato al proprietario. Tuttavia, l’entità dell’incremento non sarà identica per tutti: dipende dall’indice Foi Istat che ogni contratto deve prendere come riferimento e dal tipo di clausole inserite al momento della stipula.
Contrariamente a quanto molti credono, l’aumento non scatta in automatico per tutti. La rivalutazione è applicabile solo se prevista esplicitamente nel contratto attraverso una clausola dedicata. In assenza di tale previsione, il canone rimane invariato anche in presenza dell’aumento dell’indice dei prezzi. Sono totalmente esclusi dall’adeguamento i contratti con cedolare secca, per i quali la legge impedisce la rivalutazione annuale.

Per gli altri contratti, l’indice da adottare può essere sia l’indice Foi medio dell’anno precedente e l’indice Foi del mese precedente alla scadenza del contratto (per chi effettua la prima rivalutazione). L’ultimo dato disponibile, relativo a ottobre 2025, indica una variazione dell’1,1% su base annuale e dell’1,8% su base biennale. La percentuale da applicare dipende dal contratto. Per le locazioni abitative l’aumento va applicato al 100% della rivalutazione; per quelle commerciali solo al 75%.
L’aumento diventa effettivo alla scadenza annuale del contratto, prendendo come riferimento l’indice Foi del mese precedente. Per esempio, se la scadenza è prevista a luglio, si utilizzerà l’indice registrato a giugno rispetto a giugno dell’anno precedente. Per evitare sorprese, la regola d’oro è controllare subito le clausole del proprio contratto. Chi ha una scadenza nei primi mesi del 2026 potrebbe vedere un incremento già all’inizio dell’anno, mentre chi ha firmato con cedolare secca non subirà alcun ritocco.
