5 cose che non vanno assolutamente gettate nel WC, una di queste la buttano tutti: smetti subito - ecoblog.it
Scopri perché alcuni oggetti comuni, se buttati nel WC, finiscono in mare e contribuiscono all’inquinamento ambientale.
L’inquinamento ambientale non è più solo una questione lontana, confinata nei rapporti scientifici o nei documentari: è una realtà che parte da gesti piccoli e quotidiani, come gettare un oggetto nel WC. Quel gesto, che sembra innocuo, può trasformarsi in un viaggio pericoloso che porta rifiuti nei mari, microplastiche nei pesci, danni irreparabili agli ecosistemi. La distanza tra il bagno di casa e il fondale marino è molto più breve di quanto si creda, e in mezzo ci sono tubature, fogne, impianti non sempre efficienti. Il risultato? Intere spiagge sommerse da cotton fioc, acque contaminate da oli e plastica, e una catena alimentare ormai compromessa.
I rifiuti invisibili che inquinano il mare (e iniziano dal tuo bagno)
Il marine litter, come viene chiamato il fenomeno dell’inquinamento marino da rifiuti solidi, è composto per circa il 90% da plastica. Quella plastica non scompare: si frantuma, si frammenta, diventa microplastica. La mangiano i pesci, la ingeriscono gli uccelli marini, e alla fine torna nei nostri piatti. Non si tratta di un’emergenza lontana, ma di una responsabilità quotidiana. Un gesto apparentemente banale, come gettare una salvietta nel water, ha conseguenze complesse. Eppure, è qualcosa che si può evitare subito.

Primo esempio: i cotton fioc, sono il 9% dei rifiuti trovati sulle spiagge italiane. In appena 46 spiagge, sono stati raccolti quasi 7000 bastoncini. Questo perché molti vengono gettati nel WC, da dove non vengono filtrati efficacemente e finiscono nei corsi d’acqua. Stesso discorso per i dischetti struccanti, spesso in poliestere o altri materiali non degradabili. Creano masse compatte nei condotti fognari e arrivano fino al mare.
Poi c’è l’olio da cucina: uno degli errori più comuni. Basta un cucchiaio nel water per creare, una volta a contatto con un corso d’acqua, una pellicola impermeabile che impedisce l’ossigenazione. È dannoso per pesci, alghe e microrganismi. L’olio esausto va conferito nei centri di raccolta, mai nel lavandino, né tantomeno nel WC.
Le salviette umidificate, anche quelle indicate come “biodegradabili”, contengono spesso viscosa o rayon, materiali che impiegano mesi o anni per degradarsi. Intasano fogne e impianti, galleggiano nei fiumi, si aggrovigliano tra pesci e detriti.
E poi ci sono gli assorbenti. In molti casi sono fatti di cotone misto a plastica, e la loro struttura li rende quasi indistruttibili nei sistemi di scarico. Causano blocchi nelle tubature domestiche e finiscono nei depuratori, da cui possono sfuggire, soprattutto se danneggiati o sovraccarichi.
Infine, i mozziconi di sigaretta. Secondo NBC News, sono i rifiuti più prodotti dall’essere umano, superando anche la plastica usa e getta. Non sono carta: contengono acetato di cellulosa, un materiale plastico. Gettarli nel water non li fa sparire, li trasporta fino al mare. E lì restano per anni, continuando a rilasciare sostanze tossiche.
Cosa possiamo fare: ridurre l’inquinamento parte da un cambio di abitudini
Ogni volta che si compie uno di questi gesti — gettare nel WC ciò che non è liquido e organico — si contribuisce a un problema più grande. Ma la buona notizia è che basta smettere. Conoscere il percorso che fanno i rifiuti dal bagno al mare cambia il modo in cui ci comportiamo. E lo fa senza grandi sacrifici.
Cotton fioc, assorbenti, salviette e mozziconi devono andare nel bidone dell’indifferenziata, o nel contenitore adatto. L’olio esausto va raccolto e portato in una delle tante isole ecologiche. Piccole azioni che, sommate, fanno la differenza.
In un mondo in cui l’inquinamento microplastico aumenta ogni giorno, la responsabilità individuale è fondamentale. Ogni scarico è un potenziale errore, ma anche un’occasione per fare meglio. E ogni oggetto che scegli di non buttare nel WC è un contributo reale alla salvaguardia dei nostri mari.
