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Torna al centro del dibattito un collare antiparassitario, uno dei prodotti più diffusi a livello mondiale per la protezione di cani e gatti.
Da anni sotto osservazione a causa di segnalazioni di gravi effetti avversi, il tema è riemerso di recente in Italia grazie a un servizio della trasmissione “Indovina chi viene a cena?” su Rai 3, che ha riportato l’attenzione su potenziali rischi associati al suo utilizzo, nonostante il collare sia ancora regolarmente commercializzato anche nel nostro Paese.
Il collare Seresto: composizione e controversie internazionali
Il collare Seresto è commercializzato da Elanco, erede del brevetto originariamente detenuto da Bayer Animal Health, ed è concepito per offrire una protezione prolungata fino a otto mesi contro parassiti esterni come pulci, zecche e flebotomi, vettori di malattie gravi come la leishmaniosi. Il prodotto impiega una tecnologia brevettata, la Polymer Matrix, che rilascia in modo costante due principi attivi: l’imidacloprid e il flumetrina.
Un elemento che ha suscitato molte perplessità è la presenza dell’imidacloprid, un insetticida vietato in agricoltura nell’Unione Europea per il suo impatto ambientale particolarmente dannoso sugli insetti impollinatori come le api. Questo dettaglio ha alimentato dubbi e richieste di maggiore trasparenza sull’effettiva sicurezza del collare, soprattutto per gli animali domestici.
Negli Stati Uniti, le prime segnalazioni di effetti collaterali gravi risalgono al 2015. L’agenzia americana per la protezione ambientale (EPA) ha raccolto decine di migliaia di reclami, tra cui circa 1.700 decessi potenzialmente correlati all’uso del collare, oltre a numerosi casi di reazioni cutanee e problemi neurologici. Nel 2022, la vicenda è approdata al Congresso USA, dove testimonianze di famiglie colpite hanno denunciato una gestione poco trasparente da parte dell’EPA e ritardi nelle azioni contro l’azienda produttrice. Nonostante ciò, nel 2023 l’EPA ha autorizzato la permanenza sul mercato di Seresto, imponendo però una comunicazione più chiara dei rischi e continuando la raccolta dati fino al 2028.
In parallelo, sono state avviate oltre 20 class action contro Elanco, risolte con accordi extragiudiziali per circa 15 milioni di dollari, senza che l’azienda ammettesse alcuna responsabilità.

In Italia, il collare Seresto è autorizzato dal Ministero della Salute ed è disponibile come prodotto da banco, senza necessità di prescrizione veterinaria. Tuttavia, a differenza degli Stati Uniti, non si registra un dibattito pubblico o giudiziario di pari intensità, né denunce ufficiali di massa.
Il servizio televisivo di Rai 3 ha raccolto testimonianze di proprietari di cani che hanno riferito eventi avversi dopo l’utilizzo del collare: da crisi epilettiche persistenti in un Labrador fino allo sviluppo di un tumore maligno in un altro cane. Va però chiarito che al momento non esistono evidenze scientifiche che colleghino direttamente questi episodi all’uso del prodotto. Le testimonianze vengono considerate spunti per una maggiore vigilanza, non prove di colpevolezza.
Le autorità sanitarie italiane non hanno finora adottato provvedimenti specifici né aggiornato in modo significativo le avvertenze per i consumatori, mantenendo il collare regolarmente in commercio.
