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Pesce palla velenoso nei mari italiani: nessun alert per i consumatori

Un pesce palla velenoso e non commestibile è stato pescato in Sicilia a settembre: nessun pericolo per i consumatori ma solo interventi cautelativi


Non c’è pericolo per i consumatori: il primo e unico esemplare di pesce palla maculato Lagocephalus sceleratus catturato al largo di Lampedusa lo scorso settembre è stato già analizzato dall’Ispra. Da allora, ossia da questa cattura settembrina a oggi, alla Capitaneria di Porto di Lampedusa mi dicono di non aver ricevuto nuove catture. L’ISPRA però ha allertato a scopo cautelativo le capitanerie di porto e le Asl con un volantino diffuso copiosamente che invita a segnalare i casi di cattura del pesce palla maculato e a consegnarlo all’Istituto.

Il Lagocephalus sceleratus è una specie aliena per il nostro mare e giunto dal Mar Rosso attraverso il canale di Suez. Esemplari di questo pesce sono stati catturati nel Mediterraneo orientale a partire dal 2003 a Gökova Bay in Turchia (cfr. Ciesm) poi Israele, Antalya, Rodi e risulta essere tra le 10 specie predominanti in termini di presenza: sfrutta le risorse in modo rapido, in competizione con i carnivori nativi. Pertanto, la rapida espansione di questa specie può influenzare la biodiversità nel prossimo futuro, soprattuttoin relazione con cambiamento delle condizioni ambientali causate dai cambiamenti climatici che potrebbero favorire il suo adattamento al nuovo ambiente.

Ho contattato l’Ispra, l’ente che ha emesso l’avviso cautelativo per avere maggiori chiarimenti e poche ore dopo è stato diffuso un comunicato stampa in cui viene scritto:

Alcuni giorni fa, è stato ritrovato nella acque dello Stretto di Sicilia il pesce palla maculato, Lagocephalus sceleratus, una specie ittica migrata dal Mar Rosso; si tratta di un pesce tossico che può essere letale per l’uomo se ingerito, ma appartenendo alla famiglia dei Tetradontidae, cioè pesci palla e pesci lepre già presenti nel Mediterraneo ne è stata già vietata la vendita dal D.Lgs. 531/1992, pertanto non può raggiungere i mercati e non costituisce pericolo per i consumatori.

Il pesce palla maculato, consegnato all’ISPRA dai pescatori, rappresenta il primo esemplare ritrovato nei mari italiani; l’Istituto ne ha dato immediata comunicazione alle Autorità competenti affinché operino per quanto di competenza e ritenuto necessario.

Appunto, le autorità competenti che sono preparate, consapevoli e pronte a intervenire qualora vi fosse un emergenza che non c’è e non è mai esistita se non nella fantasia di qualche pseudo giornalista che pur di guadagnarsi qualche facile clic online gioca a chi la spara più grossa.

Foto | Marco Lazzarini su Natura Mediterraneo esemplare fotografato a Cipro, dove spiega l’autore si trova spesso nel pescato ma rigettato in mare.

Il pesce palla maculato frequenta il Mar Mediterraneo orientale

[img src=”https://media.ecoblog.it/p/pes/pesce-palla-maculatonessun-pericolo-in-italia/map-of-lagocephalus-sceleratus.jpg” alt=”Pesce Palla maculato:nessun pericolo in Italia” height=”293″ title=”Pesce Palla maculato:nessun pericolo in Italia” class=”post”]

Il Lagocephalus sceleratus appartiene alla famiglia dei Tetradontidae (tetra=quattro; odontos=dente) è considerato una specie altamente tossica e il veleno lo si trova nei diversi organi interni e nella pelle e quindi non è adatto al consumo anche nei paesi in cui altre specie di pesce palla sono consumati. Di conseguenza, non è sbarcato sui mercati mondiali come specie commerciale e non ha alcun valore economico.

Ecco quali pesce palla sono stati trovati nei mari italiani secondo quanto pubblicato da Fisheries
and biodiversity (cap 2. pag. 163):

Diodon hystrix, Chilomycterus reticulatus, Sphoeroides marmoratus e Sphoeroides pachygaster, ma solo quest’ultimo è stato pescato di frequente. Un motivo di preoccupazione maggiore è dato dalla presenza del pesce palla maculato Lagocephalus sceleratus, che ha causato decessi nel Mar Mediterraneo orientale, ma non è mai stato avvistato nei mari italiani. La vendita di Tetradontidae è tuttavia vietata in Italia. I pescatori svolgono un ruolo importante nella lotta contro le bioinvasioni, in quanto rappresentano la più importante fonte di informazioni, ed è grazie a loro che molte specie sono state trovate e identificate.

In Italia, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in associazione
con ISPRA dal 2000 ha iniziato la compilazione di una banca dati con mappe e di una banca dei tessuti dei NIS, ovvero non-indigenous species dette anche comunemente specie aliene nei mari italiani,con anche uno studio sulle acque di zavorra in alcuni porti a campione. Il Ministero per l’Ambiente come parte della “strategia mediterranea per prevenire il trasferimento di organismi marini attraverso l’acqua di zavorra” (UNEP/MAP/2011), ha disposto un sistema di preallarme per determinati porti, selezionati sulla base
di analisi di rischio. Il MiPAAF, con l’assistenza tecnica di ISPRA, invece ha creato un registro di specie esotiche introdotte in acquacoltura, a norma del regolamento 708/2007/EU.

Queste specifiche sono importanti perché ci fanno capire il ruolo che giocano i 3 ministeri che gestiscono appunto la questione: ossia ministero per l’Ambiente, ministero per l’Agricoltura e ministero per la Salute.

La competenza della commestibilità dei pesci è del ministero delle Politiche Agricole e ministero della Salute per alcuni aspetti. Al ministero per l’Ambiente tocca rilevarne la presenza nei mari italiani come effetto della tropicalizzazione e in chiave di biodiversità, cioè in relazione alla tutela dell’ecosistema.

L’Ispra ha la competenza tecnico scientifica per rilevare e studiare la comparsa del pesce palla e solleva la il pericolo rispetto alla tossicità alimentare mentre se effettivamente esiste un pericolo su scala nazionale per la salute dei cittadini sull’alimento allora l’allarme è dato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal ministero dell’Agricoltura. Quindi in questo senso l’Ispra ha svolto il suo compito fino in fondo allertando Asl e Capitanerie di Porto chiedendo la collaborazione di tutti nell’informare i pescatori a segnalare agli organi competenti la cattura del pesce palla maculato nei nostri mari. Quindi se non ne è stata data notizia ufficiale alla stampa di questo unico ritrovamento perché non è l’Ispra a doverlo fare ma semmai dovesse essere necessario lo faranno i ministeri competenti per materia e l’ISS.

Foto | FAO

Pesce palla maculato, il suo veleno uccide

[img src=”https://media.ecoblog.it/p/pes/pesce-palla-maculatonessun-pericolo-in-italia/pesce-palla-maculato.jpg” alt=”Pesce Palla maculato:nessun pericolo in Italia” height=”338″ title=”Pesce Palla maculato:nessun pericolo in Italia” class=”post”]

Il pesce palla maculato L. sceleratus è uno dei più grandi membri della sua famiglia raggiungendo 110 centimetri e 7 kg. Ha un corpo allungato leggermente compresso ai lati e similmente ad altri pesci palla è capace di gonfiare il suo corpo con la deglutizione di acqua. Sono nuotatori lenti e dunque l’apparire più grossi rappresenta il loro meccanismo di autodifesa. Non hanno squame e hanno macchie sul dorso mentre il ventre è bianco. Appartiene alla famiglia dei Tetradontidae (tetra=quattro; odontos=dente) e si nutre principalmente gamberi, ma anche di granchi pesci tra individui della sua stessa specie, calamari e seppie. Il suo è un comportamento opportunistico e ha adattato la sua alimentazione alle nuove prede trovate nel Mediterraneo orientale. E’ considerato una specie altamente tossica e il veleno lo si trova nei diversi organi interni e nella pelle e quindi non è adatto al consumo anche nei paesi in cui altre specie di pesce palla sono consumati. Di conseguenza, non è sbarcato sui mercati mondiali come specie commerciale e non ha alcun valore economico. Infatti il veleno di cui è fornito è conosciuto come tetrodotossina(TTX) potente neurotossina, 1200 volte più letale del cianuro non esiste antidoto. Sono dotati di questo potentissimo veleno in varie quantità tutte le specie appartenenti alla famiglia dei Tetraodontidae.

Il ministero dell’Agricoltura e pesca tunisino è di parere diverso e precisava nel 2011 dopo il ritrovamento di un esemplare di pesce palla maculato nei suoi mari che non è mortale:

Il pesce «lagocephalus sceleratus » trovato recentemente lungo le coste di Ajim (Governatorato do Medina) è un pesce velenoso ma che non provoca la morte.

Foto | Pufferforum

Pesce palla maculato e Fugu: le differenze

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Ci sono circa 120 specie di pesce palla e non tutte sono velenose. Tra quelle più velenose troviamo ad esempio il Fugus rubripes o Fugu consumato in Giappone, Cina e Taiwan e considerato una delizia alimentare sebbene l’ingestione del suo veleno porti alla morte. Il veleno è concentrato nel fegato che se rimosso dovrebbe allontanare il pericolo di contaminazione del resto del pesce. Ma è molto difficile rimuovere il fegato e evitare che anche la più piccola goccia di veleno in esso contenuto vada a contaminare il resto del pesce. Infatti per evitare morti causate dalla errata pulizia del pesce in Giappone nel 1958 fu istituita la legge per cui gli chef per servire il Fugu dovevano aver ottenuto uno speciale patentino che ne attestava l’abilità di pulitori. Oggi il codice penale giapponese prevede una multa e fino a 5 anni di reclusione per chi serve il pesce palla maculato senza il patentino e causa morte o lesioni al consumatore. Inoltre il pesce per essere venduto deve possedere un certificato sanitario o di salute e sarà esaminato da ispettori che ne controllano la conformità con la Food Sanitation Law.

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Lo studio della FAO riporta i molti casi di decesso dovuti all’ingestione di pesce palla, sopratutto in Giappone, Cina e Taiwan. Questo rischio di morte si presenta per:

  • mancata di conoscenza di questa specie
  • errata identificazione
  • errata concezione dei metodi tradizionali di disintossicazione

La TTX o tetrodotossina non viene eliminata dal calore durante la cottura e le cause di intossicazione tra i consumatori, si hanno in genere per la mancata consapevolezza dei pericoli che si corrono a mangiare questo pesce.

La gravità dell’intossicazione dipende dalla quantità di TTX ingerito e la morte di solito si verifica dopo
6-24 ore nel 60% dei casi, ma possono comparire anche dopo diciassette anni minuti in determinate situazioni. La dose letale minima di TTX per un individuo di 50 kg individuo è stato stimato intorno ai 2 mg ma può variare a a seconda dell’età, salute e sensibilità della persona, e quindi non può essere considerato un limite valido per tutti i casi. Inoltre, poiché le concentrazioni di TTX differiscono tra pesci diversi, è molto difficile stabilire una dose letale standard. Non esiste antidoto e la cura consiste nella lavanda gastrica immediata, tuttavia non esiste alcun trattamento che elimina la tossina completamente dal corpo. Se un paziente è gravemente intossicato, l’unico trattamento disponibile resta la respirazione artificiale finché l’organismo non si disintossica autonomamente.

Il pesce palla maculato è predatore di specie autoctone del Mediterraneo orientale

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L’impatto socio- economico di questa specie aliena sulle attività di pesca locali dei paesi del Mediterraneo orientale è significativo. Le denunce dei pescatori locali sono diventate frequenti in Egitto, Libano, Cipro, Turchia e Grecia poiché distrugge le reti. E’ predatore di calamari e polpi per cui si sono registrate diminuzioni nelle scorte locali. Tutto ciò sta influenzando il benessere della comunità che si sostentano della pesca aumentando la perdita delle attrezzature. Già i ministeri per l’Agricoltura turco, greco, ciprioti, libanesi ed egiziani, così come altri hanno vietato la pesca e la vendita di questa specie ma restano necessarie ulteriori misure per ridurre l’impatto del L. sceleratus sulla pesca. Le misure preventive includono la pesca in strati più profondi.

Foto | The Wall Chypre Journal

Il TTX da veleno a potente antidolorifico

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La tossina TTX è interessante per l’industria farmaceutica. TTX è un bloccante dei canali del sodio e può svolgere un ruolo molto significativo in neurofisiologia e in altri campi come un reagente di ricerca. Parecchi ricercatori hanno condotto studi per valutare l’attività analgesica di TTX per i malati di cancro. I risultati hanno mostrato che TTX può essere utilizzato come un efficace antidolorifico. Inoltre ha potenziali applicazioni mediche nel trattamento di alcune aritmie cardiache ma anche per emicranie, nevralgie, reumatismi, e per le dipendenze da eroina. Grazie ai dati dei vantaggi comprovati della TTX per l’industria farmaceutica si sono creati laboratori nel Mediterraneo orientale da aziende interessate alla purificazione e al successivo impiego della tossina.

Foto | Puffer forum

Via | Fao, In Tech Open

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