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ECOLOGIA

Botswana, il folle programma di fracking nelle aree protette del Kalahari

Il delicato ecosistema del Kalahari è a rischio per le numerose concessioni petrolifere accordate dal governo, anche in aree naturali protette. Il grande impatto ambientale del fracking è dovuto soprattutto all’enorme consumo di acqua

La Repubblica del Botswana è un grande paese poco popolato nella regione arida del Kalahari in Africa Australe. Noto per le savane, i leoni e gi elefanti, potrebbe a breve acquisire una fama ben più triste a causa del fracking.

I poligoni colorati nella mappa in alto mostrano le concessioni alle aziende petrolifere approvate dal governo. Una buona parte di esse si trova all’intenro della Central Kalahari Game Reserve, che con 58000 km² è il secondo parco naturale del pianeta.

E’ noto che il fracking consuma e inquina enormi quantità di acqua ed è un crimine contro l’ecosistema andare a rubare quest’acqua in una regione arida, dove vivono gli ultimi leoni ed elefanti del pianeta. I giacimenti sfruttati con il fracking si esauriscono in fretta, per cui è necessario continuare a trivellare come disperati per mantenere i lvelli di produzione.

Il documentario The high cost of cheap gas, di cui qui sotto è possibile vedere un trailer, denuncia questa terribile speculazione ai danni dell’ambiente africano.

Il Botswana è il paese meno corrotto dell’Africa; con un indice di 5,8 è al 33° posto nel mondo (tanto per capirci, l’Italia è molto più giù nella classifica, al 67°). Tuttavia, anche gli onesti possono subire il miraggio della ricchezza. Dobbiamo biasimare il governo di un paese con 7000 $ di reddito pro capite e un’ altissima prevalenza di AIDS oppure l’ avidità senza scrupoli di Wall Street?

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