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Il declino delle api crea problemi per l’impollinazione in agricoltura

Le politiche agricole europee hanno fatto aumentare la superficie di raccolti che dipendono dall’impollinazione degli insetti cinque volte più in fretta dell’aumento delle colonie di api. Questo ha creato gravi deficit soprattutto nei paesi del nord Europa

Le piccole api rendono un enorme servizio agli ecosistemi, e quindi anche all’agricoltura, provvedendo ogni anno all’impollinazione dei fiori.  Senza di loro, oltre 120 specie vegetali consumate dall’uomo si riprodurrebbero con maggiore difficoltà.

Secondo uno studio appena pubblicato su PlosOne, il declino delle api in tutta Europa sta sollevando preoccupazioni  sulla disponibilità di sufficienti servizi di impollinazione all’agricoltura.

Nello stesso tempo, le politiche agricole hanno spinto per una maggiore estensione di colture che necessitano di impollinazione, tra cui i biofuel. Tra il 2005 e il 2010, l’estensione di queste colture è cresciuta cinque volte più rapidamente delle colonie di api, che soddisfano meno del 90% della domanda in 22 paesi europei su 41.

Se l’Italia ha fortunatamente visto crescere la capacità di impollinazione dal 50 al 75% (vedi la mappa qui sotto), n Gran Bretagna, Finlandia, paesi baltici e Moldavia, essa si situa al di sotto del 25%, iniziando a porre serie preoccupazioni sulla sicurezza alimentare, non solo in termini quantitativi, ma anche qualitativi, dal momento che un’altra ricerca rileva come i maggiori apporti all’umanità di vitamina A e C, di calcio, fluoro e acido folico provengono proprio dai raccolti impollinati dalle api.

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