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Cronaca ambientale

Energia e clima in Europa, al vertice di Bruxelles blitz di Greenpeace

Oggi al Vertice di Bruxelles i leader europei discuteranno di clima e energia. L’Ue ha speso in totale 421 miliardi di euro per le importazioni di energia nel 2012 ovvero per la maggior parte petrolio e gas proveniente dalla Russia

Da ieri e ancora per oggi leader europei sono riuniti a Bruxelles per discutere anche del futuro energetico dell’Europa. In questa seconda giornata del Consiglio europeo sul tavolo della discussione anche gli approvvigionamenti dell’energia messi in pericolo dalla crisi con la Russia che ha evidenziato quanto l’Europa sia dipendente dalle importazioni. Nel 2012 l’Europa ha speso 421 miliardi di euro per importare un terzo di petrolio e di gas totali, così come grandi quantità di carbone. Gli investitori russi stanno anche giocando un importante ruolo nella costruzione di nuove centrali nucleari. Come risultato, l’Europa sta già flirtando con nuovi fornitori. Ma la crescente dipendenza dal Medio Oriente o dal Nord America non può rappresentare una soluzione a lungo termine.

Intanto 35 attivisti di Greenpeace provenienti da 6 paesi diversi hanno scalato le gru presenti in zona e l’edificio dove si svolge il summit srotolando 3 striscioni. Gli scalatori stanno ora cercando di consegnare una lettera ai leader europei chiedendo loro di liberare l’Europa della sua dipendenza dai combustibili inquinanti e pericolosi.

Scrive Greenpeace:

Le Società elettriche più grandi d’Europa sono gravemente preoccupate per la situazione attuale poiché il loro modello di business è sempre più minacciata. Con le giuste politiche e gli investimenti, energia rinnovabile in grado di fornire la maggior parte dell’energia elettrica in Europa, guidando i giganti energetici fuori dal mercato. La maggior parte delle energie rinnovabili possono essere forniti da piccole e medie imprese, cooperative per l’eolico, agricoltori e privati ​​cittadini con i pannelli fotovoltaici, ma le grandi aziende energetiche farannoi di tutto per non perdere la loro posizione dominante sul mercato.

Via | Greenpeace
Foto | Greenpeace

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