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Agricoltura

OGM: gli Stati membri dell’Ue saranno liberi di decidere sulla coltivazione

L’ultima parola sulla coltivazione di OGM spetterà da oggi in poi ai singoli Stati

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Aggiornamento di Guido Del Duca

13 gennaio. L’Europarlamento ha dato il via libera definitivo alla direttiva che consentirà ai Paesi membri dell’Ue di limitare o proibire la coltivazione di organismi geneticamente modificati (OGM) sul territorio nazionale, anche se questi sono autorizzati a livello europeo. Si tratta delle conclusione di un lungo iter che già da diversi anni era allo studio delle autorità europee, e che più volte ha subito delle battute d’arresto.

Lo scorso novembre la proposta era passata in Commissione ambiente con 53 voti favorevoli, 11 contrari e 2 astenuti. Secondo la direttiva, gli Stati membri potranno adottare una normativa vincolante nel limitare o vietare la coltivazione di OGM anche se questi hanno ottenuto l’autorizzazione a livello UE. E i singoli divieti potrebbero essere basati su particolari obiettivi della politica ambientale ma anche per la semplice precauzione.

La nuova normativa sulla coltivazione degli OGM è stata approvata dall’Assemblea di Strasburgo con 480 voti a favore, 159 contrari e 58 astensioni. Ci sono voluti quattro anni di difficili negoziati per arrivare a un compromesso finale fra Commissione europea, Consiglio Ue e Parlamento Europeo. Il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina parla di “successo della Presidenza italiana dell’Ue”.

L’accordo ha modificato il testo approvato in prima lettura dal Consiglio europeo nel giugno scorso sotto tre aspetti:

1- le valutazioni sui rischi ambientali e sanitari, di competenza dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, dovranno essere aggiornate ogni due anni per tener conto del progresso scientifico e del principio di precauzione che è un pilastro del diritto ambientale internazionale;
2- gli Stati Membri possono chiedere, tramite la Commissione europea, alle imprese produttrici di Ogm, di escludere i loro territori dal novero dei Paesi nei quali intendono chiedere l’autorizzazione europea alla coltivazione; ma questa fase di “negoziato” con le imprese non è più obbligatoria, e gli Stati Membri potranno decidere di passare direttamente al divieto di coltivazione per le motivazioni indicate nella Direttiva;
3- gli Stati Membri, prima di introdurre il divieto di coltivazione, dovranno comunicare il relativo provvedimento alla Commissione europea ed attendere 75 giorni per il parere, ma durante questo periodo di attesa gli agricoltori non potranno comunque procedere alla semina dei prodotti interessati dall’ipotesi di divieto. Resta intanto quasi certo l’esito del voto del Parlamento Europeo sul compromesso raggiunto tra Strasburgo, Commissione Ue e Consiglio.

OGM, l’ultima parola sulla loro autorizzazione spetterà agli Stati membri

La relazione a lungo attesa per consentire agli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di specie geneticamente modificate sul proprio territorio, anche se autorizzati a livello europeo, è stata adottata oggi in Commissione ambiente. I parlamentari hanno votato con 53 voti favorevoli, 11 contrari e 2 astensioni, il che consente ai paesi dell’UE di vietare le colture geneticamente modificate sui loro territori per motivi ambientali.

Ha a detto Frédérique Ries (ADLE, BE), che ha presentato questa legge in Parlamento europeo:

Questo voto dimostra che abbiamo raggiunto un ampio consenso tra i gruppi politici del Parlamento europeo su questa delicata questione. Le misure approvate oggi consentiranno agli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di OGM, se lo desiderano. Nel frattempo, abbiamo stabilito un chiaro processo per OGM a livello europeo, con una migliore disposizione e un ruolo centrale per l’Autorità europea per la sicurezza alimentare – EFSA.

Il testo approvato permette agli Stati membri di adottare una normativa vincolante nel limitare o vietare la coltivazione di OGM dopo la loro autorizzazione a livello UE. E i singoli divieti potrebbero essere basati su particolari obiettivi della politica ambientale quali la pianificazione, l’utilizzo del territorio, la politica agricola, la politica pubblica e possibili impatti socio-economici. Altri motivi possibili possono riguardare la prevenzione della contaminazione di altre colture con OGM, l’incertezza scientifica, lo sviluppo di resistenza ai pesticidi nelle piante e parassiti, la proliferazione, la persistenza di una varietà geneticamente modificata nell’ambiente o la mancanza di dati sui potenziali effetti negativi di una varietà. Sarà valido anche il principio di precauzione.

Dopo l’approvazione di questa relazione spetta ora a tutti i parlamentari votare la proposta nel corso di una sessione plenaria.

Dunque, cade il principio del vietato vietare e viene riconosciuta la determinazione dei singoli Stati membri a decidere le politiche agricole per il proprio territorio. Prepariamoci a ricevere molti attacchi anche indorati dalle lobby del Biotech.

Via | Parlamento europeo

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