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Asfalto più rigido per ridurre le emissioni dei camion: lo studio

Uno studio del MIT evidenzia come un asfalto più rigido potrebbe ridurre il consumo di carburante da parte dei camion e, di conseguenza, le emissioni nocive.

Asfalto

Un asfalto più rigido potrebbe ridurre il consumo di carburante da parte dei camion, provvedendo contestualmente al calo di emissioni nocive. È questo il risultato di un nuovo studio condotto dal MIT: piccoli cambiamenti al manto stradale potrebbero avere grandi effetti in termini ambientali.

I ricercatori sono partiti da un presupposto: il passaggio di mezzi pesanti sulle strade asfaltate comporta una lieve e momentanea deformazione dell’asfalto. Per compensare questa deformazione, il motore perde parte della sua efficienza, consumando più carburante. Un fondo stradale più rigido e meno soggetto a cambiamenti, dovuti al peso o alla temperatura, potrebbe quindi garantire importanti risultati.

Lo studio del MIT, pubblicato sulla rivista scientifica Transportation Research Record, ha analizzato la composizione delle strade negli USA, monitorando le condizioni climatiche, i materiali usati, l’usura, la lunghezza e la larghezza stradale di tutti gli stati a stelle e strisce. Da questa analisi, è emerso che la modifica nella solidità dell’asfalto potrebbe portare a una riduzione del 10-18% delle emissioni annuali di gas serra, sia prodotte dai veicoli che dal manto stradale stesso.

Le attuali pavimentazioni in asfalto sembrano essere state concepite soprattutto per l’attraversamento con mezzi leggeri. Camminando sulla strada o spostandosi in moto o bicicletta, il manto stradale appare perfettamente rigido: il peso non è sufficiente per causarne una momentanea deformazione. Nemmeno le auto sembrano essere particolarmente affette da questo fenomeno, ma di certo ne sono affetti camion, tir, autobus e tutti gli altri mezzi pesanti. La deformazione che si verifica sull’asfalto costringe infatti il motore a un continuo e aggiuntivo lavoro, per permettere alle ruote di uscire con facilità nella depressione di superficie venutasi a formare.

Per rendere le strade più rigide, il MIT suggerisce il ricorso a fibre sintetiche o nanotubi di carbonio, da mescolare al regolare asfalto. Si tratterebbe di un intervento davvero a costi contenuti, che tuttavia potrebbe garantire grandi risultati. Ancora, si potrebbe modificare il mix con cui viene creato lo stesso asfalto, ad esempio aggiungendo una porzione in cemento, che lo renderebbe peraltro più duraturo. La composizione ideale dovrà comunque tenere conto delle condizioni climatiche della zona in cui si lavora: nelle località più afose e assolate, l’asfalto tende a deformarsi facilmente per effetto del caldo.

Dall’analisi, emerge come gli USA potrebbero risparmiare dal 2 al 10% di emissioni nocive ogni anno, a seconda delle clima tipico di ogni stato.

Fonte: Green Car Congress

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