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Alimentazione

Africa, oltre 2 milioni di bambini-schiavi nella produzione del cacao

Sono 2,12 milioni i bambini e i ragazzi tra i 5 e i 17 anni impiegati nella produzione del cacao in Ghana e Costa d’Avorio

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Secondo una ricerca della Tulane University di New Orleans, 2,12 milioni di bambini e ragazzi tra i 5 e 17 anni d’età vengono sfruttati nella produzione del cacao in Costa D’Avorio e Ghana, due paesi che da soli rappresentano il 50% della produzione mondiale di cacao. A denunciare lo sfruttamento minorile da parte dei produttori che riforniscono alcune delle più importanti multinazionali del mondo è Us Uncut che ha stilato due elenchi, uno con nove aziende (fra cui Nestlé e Kraft) che traggono profitto indirettamente dal lavoro minorile, l’altro con tredici imprese che hanno scelto di avere un approccio etico.

Le condizioni dei bambini e dei ragazzi impiegati nelle piantagioni in età scolare sono molto dure: la manovalanza minorile viene rinchiusa in fattorie isolate, gli orari di lavoro vanno dalle 80 alle 100 ore alla settimana e i giovani operai vengono in contatto con pesticidi e agenti chimici e sono costretti a trasportare carichi pesanti.

A favorire lo sfruttamento della manodopera minorile è lo sfruttamento intensivo delle piantagioni: in Costa d’Avorio e Ghana la produzione è aumentata, rispettivamente, del 40 e del 30%, un incremento che ha richiesto nuova forza lavoro, si stima circa 440mila nuovi operai nell’ultimo quinquennio.

Il consumo di cioccolato aumenta sempre di più, mentre il prezzo del cacao è dimezzato rispetto a trent’anni fa. Nonostante la diminuzione del prezzo dell’elemento base, i grandi marchi giocano al ribasso limando su tutti i costi “accessori”, dalla manodopera all’utilizzo dell’olio di palma.

Già nel 2011 negli Stati Uniti era stato proposto di apporre un marchio “slave free” ai prodotti derivanti da coltivazioni etiche, ma Nestlé e altre grandi compagnie si erano opposte, sostenendo che si sarebbero autoregolamentate per eliminare il fenomeno. Sono passati quasi quindici anni e il fenomeno non solo non è stato eliminato, ma è divenuto sistematico, in un mondo che ha sempre più fame di cioccolato.

Via | UsUncut

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