
NEAR ALTAMIRA, BRAZIL - JUNE 15: The Xingu River flows near the area where the Belo Monte dam complex is under construction in the Amazon basin on June 15, 2012 near Altamira, Brazil. Belo Monte will be the world?s third-largest hydroelectric project and will displace up to 20,000 people while diverting the Xingu River and flooding as much as 230 square miles of rainforest. The controversial project is one of around 60 hydroelectric projects Brazil has planned in the Amazon to generate electricity for its rapidly expanding economy. While environmentalists and indigenous groups oppose the dam, many Brazilians support the project. The Brazilian Amazon, home to 60 percent of the world?s largest forest and 20 percent of the Earth?s oxygen, remains threatened by the rapid development of the country. The area is currently populated by over 20 million people and is challenged by deforestation, agriculture, mining, a governmental dam building spree, illegal land speculation including the occupation of forest reserves and indigenous land and other issues. Over 100 heads of state and tens of thousands of participants and protesters will descend on Rio de Janeiro, Brazil, later this month for the Rio+20 United Nations Conference on Sustainable Development or ?Earth Summit?. Host Brazil is caught up in its own dilemma between accelerated growth and environmental preservation. (Photo by Mario Tama/Getty Images)
Edwin Chota, 54 anni, il più popolare attivista peruviano, impegnato da anni nella lotta contro il disboscamento della Foresta Amazzonica e contro il traffico di droga, è stato ucciso a colpi di fucile lo scorso 1° settembre, insieme a altri tre uomini.
L’indigeno era un avvocato e combatteva legalmente contro la corruzione che favorisce i taglialegna fornendo i permessi che permettono loro di abbattere gli alberi e sostituirli con i terreni agricoli.
Appartenente alla comunità degli Ashaninka che vive nella zona dell’Alto Tamaya, Chota aveva intrapreso un viaggio insieme ad altri tre attivisti per unirsi a altri gruppi e comunità che lottano contro il disboscamento dell’area. Dopo avere incontrato gli altri attivisti, sulla strada del ritorno Chota, Jorge Rìos Perez, Leoncio Quinticima Mendez e Francisco Pinedo si sono imbattuti in un gruppo di taglialegna o trafficanti di droga che li hanno uccisi a colpi di fucile.
Le moglie dei quattro uomini uccisi hanno iniziato un viaggio all’interno della foresta per raggiungere Pucallapa e chiedere giustizia. Patricia Balbuena, viceministro per gli Affari Culturali ha assicurato che verrà aperta un’indagine per individuare i responsabili del duplice omicidio. Il leader aveva ricevuto numerose minacce per il suo impegno ecologista, ma le sue istanze non hanno mai ottenuto appoggio dalle istituzioni, anche a causa dei legami fra politici corrotti e trafficanti di legname e droga. A partire dal 2012, il taglio illegale della legna ha avuto un nuovo e potente impulso e per le sue lotte Chota era spesso stato paragonato a Chico Mendes, l’attivista che si batteva per la difesa delle foreste e che nel 1988, all’età di 44 anni, fu assassinato da un gruppo armato al soldo dei trafficanti di legname. Una storia che, purtroppo, si è ripetuta e si ripete troppo spesso.
Via | La Republica