
Vibrio vulnificus: caratteristiche e modalità di trasmissione (www.ecoblog.it)
Quattro decessi nel corso del 2025 sono stati attribuiti a un’infezione da Vibrio vulnificus, un batterio noto come “batterio mangiacarne”.
A lanciare l’allarme è stato l’infettivologo Matteo Bassetti, primario del Policlinico San Martino di Genova, che ha evidenziato il ruolo cruciale del cambiamento climatico nella diffusione di questo microrganismo.
Vibrio vulnificus è un batterio Gram-negativo appartenente al genere Vibrio, che vive prevalentemente in ambienti di acqua salmastra e marina calda. Questo patogeno è particolarmente pericoloso perché può causare infezioni gravi della pelle e setticemia, con un tasso di mortalità che può arrivare fino al 50% nei casi di sepsi.
Il batterio è chiamato “mangiacarne” per la sua capacità di provocare infezioni necrotizzanti della pelle, caratterizzate da gonfiore, arrossamento e necrosi dei tessuti. Le infezioni possono insorgere quando il batterio penetra nell’organismo attraverso ferite aperte a contatto con acqua contaminata, soprattutto in seguito a fenomeni meteorologici estremi come uragani e tempeste, che favoriscono la diffusione del microrganismo.
L’infezione può svilupparsi anche tramite il consumo di molluschi crudi o poco cotti, come ostriche, che accumulano il batterio in ambienti marini contaminati. Nella maggior parte dei casi, il contagio alimentare provoca sintomi gastrointestinali lievi, come diarrea e vomito, ma in soggetti con condizioni predisponenti, come epatopatie croniche o immunodepressione, può sfociare in setticemia letale.
Emergenza sanitaria e impatto del cambiamento climatico
Secondo Bassetti, il mutamento climatico è uno dei fattori determinanti nell’emergere di questo pericolo. L’aumento delle temperature marine e la frequenza di eventi meteorologici estremi hanno facilitato la proliferazione e la diffusione del Vibrio vulnificus in zone dove in passato era meno presente. L’infettivologo sottolinea che l’acqua salmastra contaminata rappresenta un veicolo diretto per il batterio, che può penetrare attraverso una ferita su un arto, causando infezioni gravissime che in alcuni casi richiedono amputazioni o possono risultare fatali.
La diffusione del batterio è particolarmente preoccupante in aree costiere come la Florida, dove le temperature marine elevate e i fenomeni atmosferici estremi aumentano il rischio di contaminazione delle acque.

Le infezioni da Vibrio vulnificus possono manifestarsi in modi diversi a seconda della via di ingresso e della condizione del paziente. I quadri clinici più comuni includono:
- Infezioni della pelle e dei tessuti molli: iniziano con arrossamento, gonfiore e dolore, che possono rapidamente evolvere in necrosi e formazione di bolle emorragiche. Se non trattata tempestivamente, l’infezione può estendersi e richiedere interventi chirurgici drastici come lo sbrigliamento o l’amputazione.
- Setticiemia: soprattutto nei soggetti immunocompromessi, il batterio può penetrare nel flusso sanguigno causando shock settico, coagulazione intravascolare disseminata e un alto tasso di mortalità.
- Infezioni gastrointestinali: generalmente legate all’ingestione di molluschi contaminati, si manifestano con diarrea acquosa, nausea e vomito e tendono a risolversi spontaneamente, ma possono complicarsi in pazienti fragili.
La diagnosi si basa su colture microbiologiche effettuate su campioni di sangue, feci o tessuti infetti. È fondamentale un riconoscimento rapido per iniziare un trattamento efficace.
Il trattamento delle infezioni enteriche prevede l’uso di antibiotici come ciprofloxacina o doxiciclina, mentre nelle infezioni cutanee gravi è raccomandata la terapia combinata con doxiciclina e una cefalosporina di terza generazione. Nei casi di infezione necrotizzante, è spesso necessario un intervento chirurgico di debridement per rimuovere i tessuti morti e controllare la diffusione del batterio.
Prevenzione e attenzione nelle aree a rischio
L’allarme lanciato da Bassetti e dagli esperti di malattie infettive sottolinea l’importanza della prevenzione, soprattutto in occasione di esposizione ad acque salmastre o marine calde, dove il rischio di infezione è maggiore. Si raccomanda di evitare il contatto con l’acqua in presenza di ferite aperte e di consumare molluschi solo se adeguatamente cotti.
La crescente frequenza delle infezioni da Vibrio vulnificus in contesti climatici più caldi e instabili conferma l’impatto diretto dei cambiamenti ambientali sulla salute umana e la necessità di monitorare attentamente queste emergenze.
Le autorità sanitarie e i medici stanno intensificando la sorveglianza nei territori costieri e promuovendo campagne di informazione per sensibilizzare la popolazione sui rischi legati a questo batterio. In parallelo, la ricerca scientifica continua a studiare nuove strategie terapeutiche e preventive per contrastare la diffusione di questo agente patogeno altamente pericoloso.