
Villa Girasole (Sito web ufficiale)
Nel cuore della collina di Marcellise, frazione a est di Verona, si erge una delle opere più sorprendenti dell’architettura italiana del Novecento: Villa Girasole, una casa che non solo sfida le convenzioni ma incarna l’idea futurista di un’abitazione dinamica e in movimento. Progettata e realizzata tra il 1929 e il 1935 dagli ingegneri Angelo Invernizzi ed Ettore Fagiuoli, questa villa è una straordinaria testimonianza di ingegneria applicata all’abitare, in grado di ruotare lentamente seguendo il percorso del sole.
L’architettura cinetica di Villa Girasole: un capolavoro italiano degli anni Trenta
Villa Girasole non è una semplice abitazione, ma una vera e propria macchina abitativa. La sua struttura principale compie una rotazione completa in circa 9 ore e 20 minuti, grazie a un sofisticato sistema di motori elettrici e binari circolari che permettono alla villa, del peso di 1.500 tonnellate, di muoversi con una velocità di circa 4 millimetri al secondo. L’idea, rivoluzionaria per l’epoca, nasce dall’ingegnere ferroviario Angelo Invernizzi, figura di spicco della modernità italiana, noto anche per la sua partecipazione al progetto della Torre Piacentini di Genova, uno dei primi grattacieli del Paese. Insieme all’architetto Ettore Fagiuoli, Invernizzi concepì una struttura a forma di grande “T”, con le abitazioni nella testa e la base utilizzata come torre-motore, conferendo all’edificio un aspetto che ricorda un osservatorio astronomico o una stazione spaziale.
Villa Girasole fu un esempio straordinario di architettura che ambiva a dominare la natura attraverso la tecnica, incarnando in modo concreto e poetico il sogno futurista di un’architettura “dinamica” e “mobile”, immaginato da pionieri come Antonio Sant’Elia, architetto milanese che, pur non avendo realizzato alcun edificio, influenzò profondamente il movimento futurista con la sua visione di città nuove e abitazioni meccaniche.
Antonio Sant’Elia e la visione futurista dell’architettura
Antonio Sant’Elia (Como, 1888 – Monfalcone, 1916) fu uno dei massimi esponenti del Futurismo in architettura. La sua visione si basava su un’architettura dinamica, in cui la casa moderna fosse concepita come una macchina gigantesca, in grado di adattarsi alle esigenze di un mondo in continua evoluzione. Sebbene la sua produzione reale sia limitata a pochi progetti e schizzi, la sua eredità rimane fondamentale per aver anticipato concetti come l’uso esterno di ascensori e la progettazione urbana incentrata sulle comunicazioni aeree e sul movimento.
Sant’Elia non vide realizzati i suoi progetti, ma influenzò profondamente architetti e movimenti successivi. La sua idea di architettura transitoria e mobile si concretizza, in parte, proprio in opere come Villa Girasole, che rappresenta una delle rare realizzazioni che incarnano tangibilmente i suoi ideali futuristi.
La valorizzazione e il futuro di Villa Girasole
Dopo decenni di relativa oscurità, Villa Girasole sta vivendo una nuova attenzione da parte degli studiosi e delle istituzioni culturali. Il Fondo Ambiente Italiano (FAI) e la Fondazione Villa Il Girasole hanno promosso i primi interventi di messa in sicurezza e studio per la valorizzazione del complesso, anche se non si è ancora arrivati a un restauro completo. Questa fase di ricognizione è fondamentale per preservare un patrimonio architettonico unico, capace di raccontare una straordinaria pagina di innovazione e creatività italiana.
La villa, circondata da 11 ettari di parco e dotata di strutture come piscina e campo da tennis, rappresenta non solo un monumento di ingegneria applicata ma anche un simbolo di un’epoca in cui il futuro sembrava alla portata degli uomini, grazie a soluzioni tecniche e progettuali audaci.
Angelo Invernizzi: l’ingegnere che ha sfidato la tradizione
Angelo Invernizzi (Marcellise, 1884 – 1958) fu una figura chiave nell’architettura e nell’ingegneria italiana del primo Novecento. Laureato a Padova, militare decorato e innovatore, Invernizzi si distinse per il suo approccio sperimentale e avanguardista, che lo portò a lavorare a progetti emblematici come la Torre Piacentini a Genova e, naturalmente, la Villa Girasole. La sua capacità di fondere tecnica e estetica, unita a una spiccata passione per il movimento e la modernità, si riflette chiaramente nella villa rotante, dove la tecnologia diventa parte integrante della vita quotidiana.
Il progetto di Villa Girasole si inserisce in un contesto di grande fermento culturale e tecnologico, in cui la sfida era immaginare e costruire spazi abitativi capaci di adattarsi e interagire con l’ambiente circostante, anticipando di decenni concetti come la casa intelligente e sostenibile.
Villa Girasole rimane un eccezionale esempio di come l’ingegno italiano abbia saputo trasformare un’idea visionaria in una realtà tangibile, fondendo arte, tecnica e architettura in un’esperienza abitativa senza precedenti. Il lavoro di Angelo Invernizzi e Ettore Fagiuoli si pone come un faro nel panorama del design e dell’architettura del XX secolo, ricordandoci il valore della sperimentazione e della capacità di osare oltre i confini del convenzionale.