
come riconoscere se l’olio extra vergine d’oliva è di buona qualità - ecoblog.it
L’olio extravergine d’oliva è uno dei simboli della dieta mediterranea, ma non sempre ciò che troviamo sugli scaffali rispetta gli standard più alti. Ecco i criteri pratici per capire se è un prodotto autentico e di buona qualità.
L’olio extravergine d’oliva in Italia non è soltanto un condimento: rappresenta un patrimonio culturale e gastronomico che affonda le radici nella nostra storia agricola. Il clima favorevole, la presenza di ulivi secolari e le tecniche di produzione tramandate nei secoli hanno reso questo prodotto un’eccellenza mondiale. Non a caso la dieta mediterranea lo pone al centro della tavola, soprattutto a crudo, sia per esaltare i piatti sia per le sue proprietà benefiche. Studi scientifici confermano che l’olio extravergine contiene antiossidanti e sostanze con effetto antinfiammatorio, capaci di contribuire alla prevenzione di malattie cardiovascolari. Insomma, oltre a dare sapore ai cibi, fa bene all’organismo. Ma resta una domanda: come possiamo noi consumatori capire se quello che compriamo è davvero un olio di qualità? Ogni anno esistono concorsi e classifiche curate da giurie di esperti internazionali, che assaggiano e valutano centinaia di campioni. Ma senza arrivare a tanto, anche chi non è del mestiere può riconoscere un buon olio seguendo alcune regole semplici, legate alla vista, all’olfatto e al gusto.
L’osservazione visiva e olfattiva
Un primo test si può fare con gli occhi. Versando una piccola quantità di olio in un bicchiere di vetro trasparente e osservandolo alla luce, un prodotto di qualità deve presentarsi poco fluido. Se appare troppo liquido, significa che contiene una quantità elevata di acidi grassi polinsaturi, caratteristici degli oli di semi, e non è quindi un extravergine autentico.

Il secondo passo è annusarlo. Un olio extravergine di qualità dovrebbe ricordare il frutto da cui proviene. Se richiama la freschezza delle olive appena raccolte, si parla di “fruttato verde”. Se invece evoca note più dolci e morbide, è un “fruttato maturo”. Entrambe le caratteristiche sono valide, basta che il profumo sia riconoscibile e non piatto. Per far emergere gli aromi, gli esperti consigliano di scaldare leggermente il bicchiere con la mano, coprirlo con il palmo per non disperdere i profumi e poi annusare con calma.
La prova del gusto
Il momento decisivo resta quello dell’assaggio. La degustazione non è un gesto casuale ma un piccolo rituale: si porta una modesta quantità d’olio in bocca, si distribuisce sul palato e si aspira leggermente aria, in modo da vaporizzare gli aromi. Dopo circa trenta secondi il sapore rivela tutte le sue sfumature. Un extravergine autentico presenta spesso una certa nota amara e un leggero pizzicore in gola. Sono proprio queste sensazioni a indicare la presenza di polifenoli, sostanze preziose per la salute e segno di una lavorazione corretta. Al contrario, un gusto piatto, troppo dolce o privo di carattere lascia sospettare un prodotto di qualità inferiore. In questo modo, con tre semplici prove – visiva, olfattiva e gustativa – chiunque può distinguere un olio realmente extravergine da uno che lo è solo sull’etichetta. Un gesto utile, visto che l’olio d’oliva è tra gli alimenti più imitati e contraffatti al mondo, e che tocca a noi consumatori difendere sia la nostra salute che una tradizione secolare.