Un'analisi ha messo in evidenza Prosecco conttaminato - Ecoblog.it
Emerge un allarme sul Prosecco, che risulterebbe essere contaminato in ben 15 bottiglie secondo l’analisi effettuata da Il Salvagente.
E’ sempre interessante essere a conoscenza dell’origine e della qualità di quello che finisce sulla nostra tavola, anche se si tende a credere che se è in vendita è la dimostrazione che non ci siano dubbi a riguardo. E invece purtroppo non sempre questo accade, ci sono infatti periodicamente delle situazioni che ci mettono in allerta e che non possiamo sottovalutare, come un’analisi effettuata recentemente che ha coinvolto il Prosecco.
C’è infatti il rischio concreto che il vino che potremmo assaggiare non sia buono, ma non si tratta esclusivamente di un problema legato al sapore, che potrebbe non essere dei migliori, ma della possibilità di andare incontro a seri problemi di salute. A metterlo in evidenza è un’indagine effettuata da Il Salvagente, sempre in prima linea quando si tratta di evidenziare eventuali irregolarità relative a quello che consumiamo.
Problemi per il Prosecco: l’analisi che ci mette in allarme
Il Salvagente ha fatto analizzare 15 bottiglie di marche differenti così da avere un’analisi il più possibile dettagliata, ma quanto è emerso non ci lascia tranquilli. Sono stati infatti rilevati residui di pesticidi (fino a 10 principi attivi diversi nello stesso campione) e tracce elevate di Tfa (acido trifluoroacetico), metabolita delle sostanze perfluoroalchiliche. Queste ultime sostante possono essere quelle più pericolose, essendo considerati degli inquinanti esterni, che possono essere potenzialmente cancerogene. Non si può escludere inoltre un loro coinvolgimento nel peggiorare patologie endocrine e cardiovascolari già preesistenti.
Solo due bottiglie hanno ottenuto un risultato medio (3 punti su 6), otto hanno ottenuto un risultato mediocre (2 punti su sei) e cinque un risultato scarso (un solo punto). Nessuna delle bottiglie di Prosecco analizzate è risultata invece eccellente, insomma quello che beviamo non è così buono come potremmo credere.

Pur di ottenere un risultato ottendbile, si è scelto di analizzare alcune tra le marche più apprezzate e diffuse, ovvero Mionetto, Bolla, Cinzano, Martini, Bortolomiol, Casa Sant’Orsola, Villa Sandi, Allini (Lidl), Maschio, Valdo, Bernabei, La Gioiosa, Meolo (Eurospin), Astoria e Carpenè Malvolti.
La situazione risulta essere preoccupante soprattutto in merito alla quantità di acido trifluoroacetico (Tfa), rilevata in tutti i campioni. Questa è una sostanza che si forma durante la degradazione delle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) ed è spesso rintracciabile in prodotti quali insetticidi, erbicidi e fungicidi. Per quanto riguarda invece i pesticidi e di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), i problemi possono essere maggiori visto che sono considerati come inquinanti per sempre, e potenziali cancerogeni, interferenti endocrini, o collegati a patologie epatiche, cardiovascolari e riproduttive. In questo caso i limiti previsti per legge venivano rispettati, ma i livelli erano comunque poco confortanti.
I valori rilevati sono 3,8–6 volte (o più) sopra il valore nazionale di riferimento, quota che non genera preoccupazioni se il consumo è occasionale, ben diversa è invece la questione se la pratica diventa continuativa. Tutto può quindi peggiorare se si assumono sostanze con composti provenienti da altre fonti quali quelle provenienti dall’ambiente o acqua. Insomma, la cautela deve esserre massima, a maggior ragione evitare gli eccessi quando pensiamo di gustare un bicchiere di Prosecco è più che mai determinante.
