Case in affitto, arriva il maxibonus da 2.600 euro: scopri subito se puoi richiederlo -ecoblog.it
Negli ultimi anni, il mercato degli affitti in Italia ha assunto i contorni di una vera e propria emergenza sociale.
I canoni crescono a ritmi sostenuti, soprattutto nelle grandi città, mentre salari e stipendi restano fermi da tempo. Il risultato è un divario crescente tra il costo della vita e il reddito disponibile, che trasforma l’affitto in un lusso più che in una necessità.
Giovani, studenti e famiglie con reddito medio-basso sono i soggetti più colpiti: spesso si trovano costretti a rinunciare all’autonomia abitativa o ad accettare soluzioni precarie e sovraffollate.
Il caro affitti in Italia: il bonus 2026 come strumento di respiro sociale
In questo contesto, il bonus affitti 2026 si presenta come una misura di sostegno mirata a ridurre l’impatto economico dell’affitto, offrendo un contributo concreto a chi vive in locazione. Non si tratta di una soluzione strutturale alla crisi abitativa, ma di un intervento che può alleggerire sensibilmente il bilancio familiare di migliaia di inquilini.

Il bonus affitti si articola in due strumenti principali. Il primo è un contributo diretto, pari a un massimo di 279,21 euro, erogato dai Comuni o dalle Regioni sulla base dei bandi locali. Si tratta di un aiuto immediato, pensato per le fasce di reddito più deboli e per chi vive in aree particolarmente colpite dal caro alloggi.
La seconda forma di sostegno è una detrazione Irpef fino a 2.633 euro all’anno, riconosciuta in sede di dichiarazione dei redditi. Questa misura si traduce in un rimborso fiscale, che consente di recuperare fino a circa 500 euro netti all’anno, una somma capace di fare la differenza soprattutto per chi deve far quadrare conti sempre più stretti.
Il bonus si rivolge a un’ampia platea di cittadini, con particolare attenzione a categorie tradizionalmente fragili sul piano abitativo. Possono beneficiarne i lavoratori dipendenti e autonomi con contratto di locazione regolare, ma anche i giovani under 31 con reddito inferiore a 15.493,71 euro annui, che spesso affrontano il primo affitto in concomitanza con l’inizio dell’attività lavorativa.
Un capitolo importante è riservato agli studenti universitari fuori sede, i più penalizzati dal caro affitti nelle città universitarie come Milano, Bologna, Firenze e Roma. Per loro il bonus rappresenta un aiuto concreto, a patto di avere un ISEE non superiore a 20.000 euro, di essere in regola con gli studi (almeno 10 CFU per chi è al secondo anno, 25 per gli anni successivi) e di non disporre di un posto letto in residenze universitarie pubbliche.
Condizione indispensabile, per tutti, è la regolarità del contratto d’affitto, stipulato secondo la legge n. 431 del 1998. Sono quindi esclusi gli affitti “in nero” e le sublocazioni non registrate, che continuano purtroppo a rappresentare una parte non marginale del mercato abitativo.
Per accedere al contributo diretto, è necessario presentare la domanda online attraverso i portali comunali o regionali, seguendo le procedure indicate nei bandi locali. Le scadenze possono variare da territorio a territorio, poiché la gestione è decentrata. La detrazione Irpef, invece, non richiede una domanda specifica: basta indicare nel modello 730 o nel modello Redditi l’importo del canone di locazione, allegando la documentazione necessaria.
