La verità (inquietante) sulle candele natalizie: cosa rilasci in casa se ne accendi più di una - ecoblog.it
Le candele profumate possono rilasciare sostanze tossiche: ecco quali rischi esistono e come ridurli davvero in casa.
L’abitudine di accendere candele profumate nelle stanze chiuse, soprattutto d’inverno, è sempre più diffusa. In molte case, soprattutto durante le feste, sono accese per ore: arredano, profumano, creano atmosfera. Ma il loro effetto sull’aria interna è meno evidente. Secondo alcune ricerche, quando una candela brucia — in particolare se è fatta con cera di paraffina, contiene fragranze artificiali o è colorata chimicamente — può rilasciare composti organici volatili e particolato fine, sostanze associate a irritazioni respiratorie e in alcuni casi a rischi più gravi per la salute. Non tutte le candele sono uguali, e i rischi dipendono da materiali, qualità e modalità d’uso. Ma negli ambienti poco aerati, come capita in inverno, anche una singola candela accesa ogni giorno può contribuire al peggioramento dell’aria che respiriamo.
Le sostanze che si sprigionano nell’aria quando bruciano le candele profumate
Le candele realizzate con cera di paraffina derivano da un sottoprodotto del petrolio. Durante la combustione, rilasciano nell’aria sostanze come benzene e toluene, composti volatili considerati tossici se inalati in concentrazioni elevate. Il benzene, in particolare, è riconosciuto come cancerogeno e può contribuire a disturbi del sangue se l’esposizione avviene per lunghi periodi. Il toluene invece è una neurotossina: può causare mal di testa, capogiri o effetti più seri in soggetti sensibili o in spazi chiusi. Queste sostanze non sono visibili né si avvertono con l’olfatto, ma restano sospese nell’aria e vengono respirate, soprattutto se si accendono più candele o si usano a lungo in ambienti poco ventilati.

Oltre ai COV, durante la combustione si produce fuliggine e particolato ultrafine (PM2.5 e PM1), le stesse particelle che troviamo nei gas di scarico. Queste micro-particelle possono penetrare nei polmoni e raggiungere il flusso sanguigno, aumentando i fattori di rischio per chi ha asma o patologie polmonari. La presenza di coloranti artificiali e profumazioni sintetiche peggiora ulteriormente la qualità dell’aria. In alcuni casi, come ha mostrato uno studio del 2015, una candela può rilasciare residui tossici anche da spenta, per semplice evaporazione delle sostanze presenti nella cera.
Le fiamme instabili, dovute a correnti d’aria o a stoppini troppo lunghi, producono più fuliggine. Se si nota un annerimento dei muri vicino al punto in cui si accende la candela, quello è un segnale da non ignorare. Il problema è che spesso non si collega quella patina nera alla candela stessa. Secondo la Dott.ssa Sarah Evans del Mount Sinai, accendere candele in casa può contribuire significativamente all’inquinamento domestico, un tema ancora sottovalutato. Eppure, come conferma anche la Cleveland Clinic, passiamo quasi il 90% del nostro tempo in ambienti chiusi, dove ogni fonte di emissione diventa più rilevante.
Quando le candele diventano davvero rischiose e quali materiali scegliere per ridurre l’impatto
Non esiste ancora una soglia ufficiale di rischio legata all’uso delle candele, ma alcuni studi controllati mostrano che, in spazi chiusi, le concentrazioni di certi composti superano i limiti raccomandati per l’aria indoor. Secondo gli esperti, il pericolo non è legato alla singola candela, ma all’uso prolungato e abitudinario, soprattutto quando la stanza resta chiusa per ore. Chi ha patologie respiratorie, bambini piccoli o vive in case poco ventilate, dovrebbe fare attenzione. Anche i materiali con cui sono realizzate fanno la differenza. Le candele in cera di soia, cera d’api o stearina vegetale, ad esempio, hanno un comportamento molto diverso durante la combustione: bruciano in modo più pulito, rilasciano meno residui e spesso non richiedono l’aggiunta di sostanze profumanti artificiali.
Gli stoppini in cotone o legno naturale sono da preferire a quelli trattati chimicamente o rinforzati con metalli. Anche il modo in cui si usa la candela influisce sulle emissioni: accenderla per troppe ore, lasciarla in balia di correnti d’aria o non tagliare lo stoppino prima dell’uso può aumentare la quantità di fumo e di particelle liberate. La combustione ideale richiede una fiamma piccola e stabile, uno stoppino di circa 3–5 mm e uno spazio ben ventilato. Soffiare sulla fiamma per spegnerla produce più fumo: usare uno spegnifiamma riduce i residui.
Secondo le aziende produttrici, le candele di qualità, realizzate con paraffina purificata e fragranze certificate IFRA, emettono quantità di sostanze paragonabili a una cottura in padella. Ma gli studi indipendenti mostrano che, nel lungo periodo, anche piccole emissioni quotidiane possono contribuire a peggiorare l’aria respirata. Per chi ama la luce soffusa o i profumi in casa, ci sono alternative meno impattanti, come i vaporizzatori di oli essenziali o luci LED decorative. Alcuni dispositivi, come le lampade catalitiche, purificano l’aria mentre diffondono essenze leggere, ma richiedono anch’essi attenzione nell’uso.
Le candele in cera naturale non profumata, senza coloranti e con stoppino in cotone, restano ad oggi la scelta più prudente. Possono essere accese in momenti specifici, magari per pochi minuti, in spazi aperti o ventilati. Per tutti gli altri casi, la luce di una candela non vale il rischio di peggiorare l’aria che respiriamo ogni giorno, spesso senza accorgercene.
