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Acqua

Qatar: energia solare per l’aridocoltura

Il Qatar dipende dalle importazioni alimentari per il 90%. Anche se potrebbe continuare a pagarle con le esportazioni di petorlio e di gas, il paese del golfo persico sta puntando alla sicurezza alimentare. L’energia solare a concentrazione verrà usata per desalinizzare l’acqua necessaria all’agricoltura.

Il campo irrigato nella foto di sinistra potrebbe stare nella pianura padana e invece si trova nel Qatar, in mezzo al deserto, come si vede dalla foto satellitare di destra.

L’agricoltura svolge un ruolo marginale nel piccolo paese del golfo persico, fornendo solo il 10% del cibo ai suoi 1,7 milioni di abitanti, in particolare frutta e verdura. Tuttavia, anche questa modesta attività sta sfruttando le risorse idriche in modo insostenibile.

In un paese arido in cui cadono solo 80 mm di pioggia in un anno (una quantità che in Italia può arrivare in poche ore), la falda acquifera è sfuttata al 450%, ovvero ben al di là delle sue possibilità di ricarico, al punto che ormai un pozzo ogni quattro è esaurito.

La crisi dei prezzi agricoli del 2008 ha aperto gli occhi al governo del Qatar che ha avviato un programma nazionale per la sicurezza alimentare (Qnsfp), con lo scopo di ridurre la dipendenza alimentare dall’estero.

L’acqua dolce necessaria all’agricoltura verrà ottenuta per desalinizzazione dell’acqua di mare, un processo molto costoso in termini energetici, ma che è possibile alimentare usando energia solare a concentrazione. Per non deturpare il paesaggio costiero, l’acqua verrà desalinizzata nell’interno del paese e verrà reimmessa nella falda acquifera.

In questo progetto sono già stati investiti 10 miliardi di $ ed altri 20 lo saranno da qui al 2022, quando il Qatar ospiterà (per la prima volta in un paese arabo) il campionato mondiale di calcio.

Le abbondanti riserve di petrolio e soprattutto di gas nella penisola del Qatar permetterebbero ai suoi abitanti il lusso di poter continuare a “fare la spesa” alimentare all’estero per decenni, eppure ci si sta preoccupando della sicurezza alimentare. Chissà quando queste parole inizieranno ad entare nell’alfabeto politico italiano…

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