
TO GO WITH AFP STORY BY GABRIELLE GRENZ Asia's Hmong ethnic minority diaspora member and market gardener Kieng Siong brushes lemons to clean them up in Javouhey, northwestern French overseas department of Guiana, on June 27, 2011. The Hmong of French Guiana are fairly unique in that many have achieved economic autonomy through market farming while they control 80% of French Guiana's agriculture and try now to convert themselves to organic farming. AFP PHOTO / JODY AMIET (Photo credit should read JODY AMIET/AFP/Getty Images)
Secondo il Rodale Institute, l’agricoltura biologica ha il potere di ridurre in modo significativo i cambiamenti climatici riuscendo a immagazzinare in modo efficiente il carbonio nel sottosuolo.
Studi effettuati in varie parti del mondo mostrano infatti che l’agricoltura biologica permette di immagazzinare carbonio nelle terre arabili con un ritmo compreso tra 2,4 e 6,4 t per ettaro per anno.
Se venisse applicata a livello globale questo significherebbe sequestrare una quantità di carbonio compresa tra 10 e 30 miliardi di tonnellate all’anno, cioè tra il 20% e il 60% delle emissioni di CO2 dell’intera umanità.
Interventi simili sui pascoli permetterebbe un ulteriore recupero di carbonio, fino al 70% delle emissioni. Nell’ipotesi più pessimistica, l’agricoltura biologica potrebbe mitigare le emissioni, mentre in quella più ottimistica potrebbe addirittura invertire la tendenza della CO2 atmosferica.
Bisogna inoltre considerare il fatto che per ogni ettaro passato dal chimico al biologico si ridurrebbero anche le emissioni in atmosfera di gas serra, per cui il contributo sarebbe doppio.
Invece di baloccarsi con improbabili e pericolose tecniche di geoingegneria, è quindi assai più sensato iniziare a praticare una tecnologia semplice, sperimentata, disponibile e senza controindicazioni, qual è l’agricoltura bio. Peccato che chi produce fertilizzanti e pesticidi si trovi dall’altra parte della barricata…
(1) Secondo la definizione del Rodale Institute, l’agricoltura biologica rigenerativa è una sorta di processo autofertilizzante che migliora le risorse che usa invece di saccheggiarle o distruggerle. E’ una pratica agricola che va oltre essere sostenibile, migliorando la fertilità dei suoli. Vengono utilizzati cicli chiusi per i nutrienti, maggiore biodiversità, più piante perenni e meno annuali e maggiore affidamento sulle risorse interne piuttosto che esterne.
Il video mostra esperienze di agricoltura bio in Tamil Nadu, India, mentre i limoni biologici della foto qui sopra sono stati coltivati nella Guyana francese.