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Scoperto un mega-canyon paleofluviale sotto i ghiacci della Groenlandia

Il canyon scorre da sud verso nord, è lungo 750 km e profondo 800 m e si è formato milioni di anni fa prima delle ere glaciali. La sua presenza convoglia le acque di fusione verso il mare Artico e rallenta il movimento dei ghiacciai verso il mare perchè riduce lo strato di acqua tra ghiaccio e roccia che funge da lubrificante.

La Groenlandia è in gran parte coperta da una calotta di ghiaccio di oltre due kilometri di spessore, ma sotto al ghiaccio si trovano valli e montagne come in tutti i contienti. Recenti rilevazioni radar satellitari hanno permesso di identificare un gigantesco canyon sotto la calotta glaciale. Le rilevazioni precedenti non avevano la risoluzione sufficiente per identificare una simile struttura.

Il canyon corre da sud verso nord (la mappa in alto ha il nord a sinistra) ed è lungo 750 km (oltre una volta e mezza il Grand Canyon degli USA) e profondo circa 800 m. Si tratta di un canyon paleofluviale, formatosi cioè per erosione prima dell’inizio delle glaciazioni e della crescita della calotta groenlandese, circa 3,5 milioni di anni fa. I tre profili A,B e C in alto si riferiscono alle sezioni blu, nera e rossa sulla mappa in basso.

Il canyon agevola il drenaggio dell’acqua verso il mare e questo spiega l’assenza in  Groenlandia di laghi subglaciali come in Antartide. Questo fatto non è solo una curiosità scientifica, perchè ha anche implicazioni significative sulla fusione della calotta e sull’innalzamento dei mari.

La rapidità della fusione della calotta dipende anche dal suo scorrimento dalle montagne verso il mare, fenomeno che è agevolato dalla presenza di uno strato di acqua tra il fondo del ghiacciaio e la roccia sottostante che riduce l’enorme attrito all’interfaccia.

Il  canyon convoglia una maggiore quantità di acqua verso il mare artico, riducendo lo scorrimento della calotta e rallentandone quindi la fusione. Una buona notizia, ma su cui è meglio non contare troppo.

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