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L’inquinamento nell’Artico minaccia gli orsi polari

Scoperto un rapporto fra l’esposizione ai PCB e la diminuzione del baculum, un osso che entra in gioco durante la copula

Che gli orsi polari siano fra gli animali maggiormente danneggiati dai cambiamenti climatici che stanno sciogliendo i ghiacci dell’artico lo si sapeva da tempo. L’innalzamento delle temperature e la riduzione delle banchise riducono le banchise sottraendo a questi grandi animali non soltanto la superficie di pesca, ma anche il tempo in cui possono cacciare le foche e nutrirsi del loro grasso.

Ma i pericoli non si limitano all’evidenza di eventi macroscopici. Una ricerca pubblicata sul numero di febbraio di Environmental Research ha infatti dimostrato che i PCB (policlorobifenili) stanno creando gravi problemi al sistema riprodduttivo degli animali.

Abbondantemente utilizzati nell’industria per decenbni, questi composti sono stati banditi a causa della loro alta tossicità. I policlorobifenili sono caratterizzati da una marcata persistenza nell’ambiente. Le correnti marine e atmosferiche fanno sì che le loro molecole risalgano dai paesi industrializzati sono alla catena alimentare artica. I primi allarmi erano stati lanciati già alla fine degli anni Ottanta quando si era constatato che il latte materno di alcune popolazioni Inuit conteneva quantità record di PCB.

Gli orsi appartengono alla stessa catena che dal plancton arriva alle foche attraverso i pesci. Già alla fine degli anni Novanta ci si era accorti che l’influenza di alcuni perturbatori endocrini favoriva la nascita di numerosi esemplari di orsi “pseudo-ermafroditi” dotati di un pene embrionale. Ma i danni non si limitano a questo e la ricerca del team danese e canadese ha scoperto che i PCB influiscono anche sulla grandezza del baculum, un osso che si trova nel pene e che entra in gioco durante la riproduzione. L’Homo sapiens ha perso quest’osso nel corso del suo percorso evolutivo, mentre lo si ritrova ancora presso gli scimpanzé e i gorilla. Gli autori di questo studio hanno preso in esame 279 campioni di baculum – che viene conservato dai cacciatori come una sorta di trofeo di caccia – e hanno constatato come il baculum fosse più piccolo e meno consistente proprio nella Groenlandia nord-orientale.

Per i ricercatori la “fragilizzazione” del baculum potrebbe condurre a un rischio accresciuto di estinzione della specie in ragione di défaillance nell’accoppiamento e nella fertilizzazione a causa di un baculum più sottile.

Via | Le Monde

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