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I primi effetti dell’enciclica Laudato Si’

L’enciclica sull’ambiente di Papa Francesco trova sempre più sostenitori in giro per il mondo

L’enciclica di Papa Francesco Laudato Si’ è molto più di una semplice riflessione sull’ambiente: è un documento sul nostro tempo, lucido e completo, con una visione molto precisa degli equilibri su cui si regge il mondo e un esplicito attacco al consumismo, agli abusi della tecnologia e dell’industria, alle ineguaglianze e agli sprechi della globalizzazione. Un documento politico che riesce a pensare al tempo futuro e che sin dalla sua pubblicazione ha suscitato la reazione piccata dei potentati economici.

Fra i più recenti sostenitori dell’enciclica papale c’è Bill De Blasio, il sindaco di New York che lunedì 20 luglio 2015 sarà a Roma per partecipare a una conferenza stampa dedicata alla lotta alla diseguaglianza e alla difesa dell’ambiente che avrà come obiettivo la definizione di un accordo in vista del vertice di dicembre a Parigi dedicato al problema del riscaldamento globale.

In Francia, intanto, istituzioni civili e religiose, partendo dall’enciclica papale hanno raggiunto un importante accordo su temi ambientali. I rappresentanti dei principali culti in Francia (cattolico, musulmano, protestante, ebraico, ortodosso e buddista) sono stati ricevuti da Hollande per definire il loro impegno in questa sfida giudicata decisiva per il futuro della vita sulla Terra. In vista della conferenza di Parigi di fine anno, i religiosi chiedono un accordo costrittivo che sia applicabile a tutti.

Intanto il cardinale arcivescovo di Manila, Luis Antonio Tagle, da qualche settimana presidente di Caritas Internationalis, ha preso posizione sulla Conferenza mondiale sul finanziamento allo sviluppo, in corso in queste ore ad Addis Abeba su iniziativa dell’Onu:

i rappresentanti dei governi devono andare oltre gli egoismi nazionali e gli interessi a breve termine, se vogliono raggiungere un accordo soddisfacente che rispetti la dignità di tutti gli Stati e non metta a rischio la discussione sullo sviluppo sostenibile e il cambiamento climatico,

ha dichiarato l’arcivescovo, probabilmente ispirato dall’enciclica papale che giudica questi vertici internazionali come l’esempio del “paradigma tecnocratico” che guida le scelte della politica e dell’economia. Sulla scia di Laudato Si’, il numero uno di Caritas ha messo in guardia dai rischi di una cooperazione internazionale sempre più intrecciata agli interessi delle imprese private.

Nei documenti preparatori della Conferenza appare tuttora enorme il divario tra gli obiettivi a cui si punta (un’agenda innovativa, un diverso modello sociale ed economico…) e le soluzioni proposte (maggiore spazio per grandi compagnie, regole internazionali fissate dalle nazioni più potenti…). I paesi ricchi vogliono ricorrere al settore privato per finanziare su larga scala – attraverso incentivi – l’agenda dello sviluppo e vogliono favorire processi decisionali ristretti a organizzazioni che loro stessi controllano (Oecd, G20, istituzioni finanziarie internazionali…) piuttosto che dentro a istituzioni più inclusive (le Nazioni Unite),

conclude Tagle. Papa Francesco ha messo in moto un nuovo corso dove tutela dell’ambiente e critica alla società dei consumi sono strettamente connessi. Ecco perché la sua enciclica – che non parla solamente al mondo cattolico – fa così paura.

Via | Vatican Insider

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