PFAS e pesticidi nel prosecco, anche Lidl: i risultati del test che spaventano i consumatori - ecoblog.it
Il test su 15 bottiglie di prosecco rivela pesticidi e Pfas in tutti i campioni: effetto cocktail sotto osservazione.
Il prosecco accompagna i momenti più importanti, dai brindisi natalizi alle feste di fine anno. Ma dietro le bollicine, un’indagine di laboratorio svela una realtà più complessa. Il mensile Il Salvagente ha testato 15 etichette di prosecco in commercio e ha trovato, in tutti i campioni analizzati, residui di pesticidi e Pfas, i famigerati “inquinanti eterni”. Pur restando nei limiti di legge, la presenza combinata di queste sostanze apre interrogativi inquietanti sul cosiddetto effetto cocktail.
Tracce di pesticidi e Pfas in ogni bottiglia, anche nelle marche più note
L’indagine ha coinvolto etichette tra le più conosciute sul mercato italiano, incluse versioni premium e bottiglie da grande distribuzione. Nessuna delle 15 era biologica. In tutti i casi, i laboratori hanno rilevato diversi principi attivi chimici. In alcuni campioni, fino a 10 sostanze diverse nella stessa bottiglia.
Tra i pesticidi più presenti emergono nomi come fenhexamid e metalaxyl, spesso affiancati da tracce di altre molecole fitosanitarie. Sebbene i valori singoli restino sotto le soglie stabilite dalla normativa, gli scienziati lanciano un segnale: l’interazione di più residui nello stesso alimento può amplificare l’impatto sulla salute. È il cosiddetto effetto cocktail, ancora poco studiato ma già osservato in diversi esperimenti.

Nel prosecco, questa combinazione potrebbe rappresentare un rischio sottovalutato. La scienza ha già rilevato che l’esposizione simultanea a più sostanze — anche a dosi minime — può avere effetti negativi sull’apparato endocrino, sul fegato e sul sistema riproduttivo. I ricercatori chiedono una maggiore attenzione normativa proprio su questi scenari multipli, che oggi sfuggono alla valutazione legale classica, focalizzata solo sulla singola sostanza.
Il secondo dato preoccupante riguarda i Pfas, in particolare l’acido trifluoroacetico (Tfa), metabolita rilevato in tutti i campioni. Le concentrazioni variano da 38.000 a 60.000 nanogrammi per litro, un livello che, se confrontato con i valori guida dell’Istituto Superiore di Sanità per l’acqua potabile (fissati a 10.000 ng/l), appare da 3,8 a 6 volte superiore.
I Pfas non hanno ancora limiti normativi precisi nel vino, ma sono riconosciuti come possibili cancerogeni e interferenti endocrini, associati a malattie cardiovascolari, epatiche e riproduttive. Considerato che l’esposizione ai Pfas avviene anche attraverso l’acqua, l’ambiente e altri alimenti, il rischio non può essere ignorato. La loro cumulabilità nell’organismo umano è infatti una delle caratteristiche che più preoccupano la comunità scientifica.
I prosecchi peggiori secondo il test: da brand celebri a etichette low cost
L’indagine de Il Salvagente ha assegnato un punteggio a ciascuna delle 15 bottiglie testate, basandosi solo sulla presenza di contaminanti chimici. Non sono stati presi in considerazione gusto, profumo o altri elementi organolettici. Solo due etichette hanno superato la soglia della sufficienza, mentre cinque hanno ricevuto il punteggio più basso: 3,5 su 10.
Tra queste, anche marchi noti come Valdo Valdobbiadene Rive di San Pietro di Barbozza, venduto a 13,30 euro, con sei pesticidi rilevati e un TFA di 50.991 ng/l. Peggio ancora Bolla Valdobbiadene, con nove tracce chimiche e un TFA di quasi 60.000 ng/l.
Sorprende anche la presenza di Allini Valdobbiadene Extra Dry 2024, venduto da Lidl a 3,99 euro, che contiene acido perfluorometansulfonico (Pfms) e tre pesticidi diversi. Anche in questo caso, i valori legali non sono superati, ma la contaminazione è evidente.
Ecco un riepilogo dei peggiori prosecchi individuati dal test: Valdo Rive di San Pietro: 6 residui, TFA 50.991 ng/l; Mionetto Valdobbiadene: 7 pesticidi, TFA 49.467 ng/l; Carpenè Malvolti Conegliano: 8 tracce, TFA 57.646 ng/l; Bolla Valdobbiadene: 9 tracce, TFA 59.743 ng/l; Allini Valdobbiadene Extra Dry (Lidl): 3 pesticidi, Pfms presente, TFA 56.270 ng/l.
Il test conferma che la contaminazione da pesticidi e Pfas riguarda tutto il comparto, senza distinzioni di prezzo o notorietà del marchio. Una situazione che rende difficile orientarsi per il consumatore, soprattutto in prossimità delle festività, quando il consumo di prosecco aumenta.
L’invito implicito è chiaro: leggere le etichette non basta. Serve un controllo più rigoroso e trasparente sull’intera filiera, e una maggiore attenzione normativa all’effetto combinato delle sostanze chimiche.
Per l’elenco completo delle bottiglie analizzate, i punteggi assegnati e le tabelle dei risultati, è disponibile il numero di dicembre 2025 della rivista Il Salvagente.
