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Clima

Milioni di dollari all’anno agli scettici dei cambiamenti climatici dalla lobby dei petrolieri

I media americani sono influenzati nella loro informazione dalla potente Lobby dei petrolieri che spende ogni anno 900 milioni di dollari per finanziare 91 Organizzazioni con 140 Fondazioni per studi che smontano la responsabilità umana sui cambiamenti climatici

Sono pari a 900 milioni di dollari i finanziamenti rintracciati negli Stati Uniti usati per sostenere la negazione dei cambiamenti climatici e i due più grandi finanziatori sono Koch Industries e ExxonMobil. Lo scrive nero su bianco nel suo studio il professore Robert Brulle della Drexel University intitolato Institutionalizing delay: foundation funding and the creation of U.S. climate change counter-movement organizations.

Brulle ha indagato sui flussi di denaro donati sia a società terze sia in anonimato dai potenti miliardari che costituiscono una vera e propria lobby impegnata a influenzare le opinioni delle persone e dunque del governo Usa in merito ai cambiamenti climatici sostenendo lo scetticismo in merito alla responsabilità umana. I finanziamenti giungono sotto forma anonima da donatori Trust e donatori Capital a 91 società terze che provvedono a distribuirli a 140 Fondazioni come le ben note Searle Freedom Trust, John William Pope Foundation, Howard Charitable Foundation e Sarah Scaife Foundation che finanziano borse di studio per pubblicazioni e ricerche a sostegno degli scettici dei cambiamenti climatici. In pratica è stato messo in piedi un vero e proprio contromovimento che Brulle ha chiamato CCCM ovvero climate change counter-movement.

Purtroppo Brulle è riuscito a rintracciare solo a una piccola parte del flusso di denaro poiché la maggior parte dei finanziamenti restano irreperibili. Infatti solo una frazione delle centinaia di milioni in contributi alle organizzazioni che negano i cambiamenti climatici sono contabilizzati da registri pubblici e circa il 75 % del reddito di queste organizzazioni proviene da fonti non identificabili.

Lo studio di Brulle però non si ferma qui e i prossimi obiettivi sono due: esaminare i finanziamenti ai movimenti ambientalisti e ai movimenti che sostengono i cambiamenti climatici per poi confrontare l’intero flusso di finanziamenti per l’intera gamma di organizzazioni divisi nelle due posizioni.

In ogni caso resta una considerazione da fare: se i cambiamenti climatici non sono causati dalle attività industriali umane come sostengono i petrolieri, allora perché finanziare la loro negazione con 900 milioni di dollari all’anno?

Via | Science Daily

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