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Animali

Rinoceronti con le corna avvelenate per contrastare il bracconaggio

Una sostanza tossica abbinata a un colorante per contrastare il commercio illegale in Sud Africa

Per proteggere i rinoceronti dai bracconieri, la riserva sud-africana di Sabi Sand ha deciso di iniettare del veleno nelle corna, in modo da rendere le stesse inutilizzabili da tutti coloro che ne fanno uso a scopo medicinale e terapeutico.

Negli ultimi diciotto mesi, nella riserva di Sabi Sand, nel nord-est del Paese, sono state effettuate 100 iniezioni di mix tossici nella speranza che questa iniziativa vanifichi le uccisioni a scopi commerciali.

Dopo aver somministrato un tranquillante all’animale, gli si pratica un buco nelle corna e gli si inietta un colorante rosa indelebile che può essere identificato anche qualora le corna vengano ridotte in polvere e anche prodotti chimici che sono tossici per gli uomini, anche se non letali, ma non sono dannosi per l’animale.

Questo prodotto provoca nausea, mal di stomaco e dissenteria, ma non uccide. Inoltre le corna trattate con la sostanza saranno molto visibili in modo da dissuadere i consumatori a ingerirli, spiega Andrew Parker. Si tratta di una pratica illegale, i prodotti utilizzati sono in vendita liberamente e le autorità stanno diffondendo le informazioni sui trattamenti.

Se qualcuno dovesse prendere malgrado tutto la polvere, si ammalerà e, spero, si diffonderà il messaggio che le corna di rinoceronte non devono essere consumate.

L’idea fa parte del progetto Rhino Rescue Project, ma ha trovato resistenza anche presso Traffic, una Ong che lotta contro i commerci internazionali delle specie selvagge e protette. Secondo Tom Milliken l’operazione potrà avere effetti dissuasivi laddove sarà mediatizzata, ma non nelle zone maggiormente selvagge dove la comunicazione arriva più difficilmente, per esempio il parco nazionale di Kruger e i suoi 20mila kmq dove sono morti tre quarti dei rinoceronti uccisi in Sud Africa nell’ultimo anno.

Dall’inizio dell’anno 200 rinoceronti sono stati abbttuti in Africa del Sud (668 nel 2012), un bracconaggio che rifornisce i mercati di Cina, Vietnam e Thailandia. Le corna ridotte in polvere hanno effetti terapeutici e afrodisiaci grazie alla cheratina (contenuta anche nei capelli e nelle unghie umani. Il business resta enorme 60mila dollari al kilo, vale a dire due volte il prezzo in peso di oro e platino e, al giorno d’oggi, un prezzo al peso ancor più alto di quello di diamanti e cocaina. Ed è probabile che mercenari, bracconieri e criminalità organizzata non rimarranno passivi a guardare il loro business che va in fumo.

Via |  Le Monde

Foto © Getty Images

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