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Acqua pubblica, se ne discute al Parlamento europeo

L’acqua è un diritto o un privilegio? Intorno a questa discussione il parlamento europeo si confronta

Right2Water l’iniziativa dei cittadini europei per ottenere il riconoscimento del diritto all’acqua pubblica solleva la prima discussione nel Parlamento europeo. Il dibattito si è avuto il 17 gennaio (la discussione sul sito della Ue) e sebbene molti deputati sostengano che l’acqua è un bene comune altri propendono per la privatizzazione dei servizi idrici. Con oltre un milione e 680 mila firme i cittadini europei hanno consegnato la petizione con la proposta alla Commissione europea di una normativa che riconosca l’acqua e i servizi igienico sanitari quali diritti umani.

Spiega Anne- Marie Perret presidente del comitato dei cittadini sul diritto all’acqua:

Troppi cittadini sono ancora esclusi dai servizi idrici e igienico-sanitari di alta qualità. E’ importante per i cittadini poter pagare equamente la fornitura di acqua in linea con le loro esigenze e non con quelle degli azionisti delle società di distribuzione. Oggi non si esita a tagliare l’acqua alle famiglie in difficoltà.

Per Chris Davies deputato liberale britannico la privatizzazione dei sistemi idrici è la risposta più adeguata da fornire ai cittadini e ha presentato il caso della Gran Bretagna:

E’ costoso per fornire acqua di qualità e il settore privato potrebbe garantire l’efficienza della consegna a costi accessibili per le amministrazioni locali.

Ma in ambito europeo resta in piedi il principio per cui ogni Stato membro è poi libero di organizzarsarsi autonomamente in base alle necessità del proprio paese. Ed è quanto sostiene Richard Seeber del Partito popolare europeo tedesco e presidente dell’intergruppo parlamentare sulle acque di centro-destra che ha spiegato:

L’acqua deve essere accessibile e alla portata di tutti ma l’UE deve rispettare le differenze di consegna negli Stati membri edDobbiamo attenerci ai trattati su questo.

Il che lascia intuire che la discussione non è affatto conclusa e che la strada per rendere l’acqua un diritto umano è ancora lunga di trappole e difficoltà.

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