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ECOLOGIA

World toilet day: come un’umile latrina potrebbe migliorare il mondo

Due miliardi e mezzo di persone non hanno accesso a servizi igienici puliti e sicuri; questo facilita la diffusione di malattie infettive e crea problemi alle attività scolastiche e lavorative.

Oggi per la Nazioni Unite è il World toilet day: se qualcuno pensa che sia un po’ esagerato dedicare una giornata mondiale ai gabinetti, forse è perchè ne usufruisce da sempre e quindi dà la loro esistenza per scontata; è quindi importante ricordare che due miliardi e mezzo di persone non hanno accesso a servizi igienici puliti e sicuri e la maggior parte vive in Africa e in Asia meridionale.

Secondo l’ONU un’umile toilette è il punto di partenza per una vita più sana; urinare e defecare all’aperto porta alla contaminazione delle acque e alla diffusione di malattie infettive. La dissenteria è la seconda causa di morte per i bambini nei paesi poveri e ogni anno ne uccide oltre 700000, più di AIDS, malaria e morbillo messi insieme.

Ogni anno vengono perse oltre 400 milioni di giornate di scuola per problemi connessi alla scarsa igienizzazione.Servizi igienici appropriati potrebbero dimezzare questi numeri.

L’accesso ai servizi igienici è anche una questione di diritti delle donne. In molti paesi poveri le adolescenti perdono decine di giornate di scuola perché non frequentano durante i giorni del ciclo mestruale e in India il 23% delle ragazze abbandona la scuola all’inizio della pubertà. Questo problema non è marginale, perché riguarda circa 800 milioni di donne in ogni giorno dell’anno.

Avere nelle scuole e nei luoghi di lavoro delle latrine girl friendly è un punto di partenza importante per sostenere l’educazione e il lavoro femminile, che sono elementi fondamentali per la costruzione di una società migliore.

Secondo l’organizzazione mondiale della sanità, per ogni dollaro investito in igiene se ne generano da 3 a 34 in sviluppo locale. Non per niente, già 90 anni fa Gandhi aveva affermato che l’igiene è più importatne dell’indipendenza.

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